Il Parlamento italiano oggi 22 marzo ha incontrato in videoconferenza il presidente ucraino Zelensky, accogliendolo con un lungo applauso, testimonianza del sostegno del nostro parlamento all’Ucraina e della condanna più netta all’attacco russo; e per sottolineare, come ha fatto la presidente del Senato Casellati, che “la macchina dell’accoglienza nei confronti dei profughi è perfettamente operativa”, riferendosi, con queste parole, anche all’accoglienza degli studenti nelle scuole, per la quale lo stesso ministero dell’Istruzione si è mosso con apposite direttive, dall’assistenza psicologica a quella linguistica.
Il presidente Mario Draghi è intervenuto nel corso della seduta: “L’Italia ammira il vostro coraggio, la vostra resistenza di fronte alla ferocia di Putin è eroica”, ha detto. “L’arroganza del governo russo si è scontrato con la dignità del popolo ucraino. Oggi l’Ucraina non difende solo se stessa, difende la nostra pace, la libertà, la nostra sicurezza, l’ordine basato sulle norme, che abbiamo con tanta fatica costruito dal dopoguerra in poi. La solidarietà mostrata dal popolo ucraino è enorme, penso agli aiuti alimentari, penso all’accoglienza dei rifugiati (oltre 60mila dall’inizio della guerra). Gli italiani – continua il presidente Draghi – hanno spalancato le porte delle proprie case e delle scuole agli ucraini, con quel senso di accoglienza che è l’orgoglio del nostro Paese. Continueremo a farlo. Davanti all’inciviltà l’Italia non intende girarsi dall’altra parte. L’Italia vuole l’Ucraina nell’Unione Europea, l’Italia è al fianco dell’Ucraina in questo processo. Quando l’orrore e la violenza sembrano avere il sopravvento, proprio allora dobbiamo difendere i diritti umani e civili, i valori democratici. A chi scappa dalla guerra dobbiamo offrire accoglienza. Di fronte ai massacri dobbiamo rispondere con gli aiuti, anche militari alla resistenza”.
“La libertà del popolo ucraino è la nostra libertà e la pace il bene comune da alimentare sempre”, così conclude la seduta il presidente della Camera Fico.
“Caro popolo italiano – esordisce il presidente Zelensky – oggi ho parlato con sua Santità Papa Francesco e lui ha detto parole molto importanti: capisco che voi difendiate la pace, ognuno difende la propria pace. E io ho risposto: il nostro popolo è diventato l’esercito, quando ha visto il male che porta il nemico, la devastazione, lo spargimento di sangue. Ogni giorno di guerra porterà la morte di altri bambini, 117 non è il numero finale” dei piccoli caduti.
E sulla devastazione di Mariupol il presidente ucraino dichiara: “Pensate la vostra Genova completamente distrutta. L’Ucraina è il cancello per l’esercito russo per entrare in Europa. Ma le barbarie non devono entrare in Europa”.
Quindi Zelensky accenna alla pandemia: “L’Ucraina è stata vicina all’Italia nella pandemia, abbiamo inviato i nostri medici, come voi ci avete aiutato durante la nostra alluvione senza chiedere niente in cambio,” un riferimento alla solidarietà reciproca dei due Paesi.
“Le conseguenze di questa guerra sono evidenti in tutta Europa, dove inizia a sentirsi la fame – continua il presidente ucraino -. Ma noi come possiamo coltivare sotto l’artiglieria russa, quando il nemico distrugge i nostri campi, le nostre raccolte. I prezzi stanno crescendo, decine di milioni di persone avranno bisogno e chiederanno assistenza a ridosso delle vostre coste”.
Quindi le richieste esplicite al nostro Paese: “Voi sapete bene chi ordina di combattere, chi ha portato la guerra in Ucraina, voi in Italia non dovete accogliere queste persone, dovete bloccare i loro conti, i loro yacht, i loro attivi. Dovete sostenere le sanzioni contro le navi russe che entrano nei vostri porti, non dovete permettere le eccezioni per le banche russe”.
“Dobbiamo riportare la pace in Ucraina, bonificarla dalle mine. Prima della guerra ho visitato il vostro Paese, ammiro la vostra sincerità e anche la vostra forza e la forza delle vostre relazioni, ho visto le vostre famiglie e so cosa significano per voi. Oggi ci sono più di 25mila bambini fuggiti alla guerra e sono stati accolti nelle vostre famiglie, decine di bambini con le loro ferite sono nei vostri ospedali. Aspettiamo il giorno in cui potranno tornare in una Ucraina di pace. Gli ucraini ricorderanno sempre che ci avete aiutato. Ma la vostra forza deve adesso fermare una sola persona,” conclude con un chiaro riferimento al presidente russo Putin.
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