Sulla manovra di bilancio 2022 non c’è ancora pieno accordo, specie in riferimento al tema delle pensioni. Per discuterne, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha convocato per oggi i sindacati. Attesi a Palazzo Chigi i leader di Cgil, Cisl e Uil.
Quale evoluzione dopo quota 100? I due scaglioni di quota 102 e 104 non soddisfano i partiti né Confindustria, il cui presidente, Carlo Bonomi, chiede un intervento sui lavori usuranti. Lo stesso che è atteso anche sul fronte scuola.
Infatti qualora anche i collaboratori scolastici e i maestri di scuola primaria fossero inclusi nella lista dei lavori gravosi, come si era valutato di fare nei mesi scorsi, anche per loro verrebbe garantita la pensione anticipata grazie all’indennità dell’Ape sociale. Un’idea, quella di estendere il ricorso all’Ape sociale, che piace ai Dem, i quali insistono sull’attenzione a chi fa lavori gravosi. Insomma, l’Ape social non andrebbe tolta ma rafforzata in modo significativo, non solo ampliando la lista dei lavori più faticosi ma aiutando le donne.
Le proposte sul tavolo sono diverse. La Lega lavora sul “salva pensioni”, per evitare il ritorno alla Fornero.
Più discussa la proposta del presidente Inps, Pasquale Tridico: la cosiddetta pensione in due tempi. L’ipotesi è di anticipare, per chi abbia compiuto 63-64 anni (e in possesso di almeno 20 anni di contribuzione avendo maturato una quota contributiva di pensione di importo pari o superiore a 1,2 volte l’assegno sociale) e volesse lasciare il lavoro, solo la quota contributiva della pensione rinviando l’assegno totale, comprensivo anche della parte retributiva, al compimento dei 67 anni. Una volta raggiunta la pensione di vecchiaia invece al lavoratore spetterà l’assegno pieno, completo di quota retributiva e quota contributiva.
Un’operazione che costerebbe intorno ai 4,2 mln di euro tra il 2022 e il 2027 – spiega Tridico – ma che sarebbero poi recuperati da risparmi di spesa che dal 2027 al 2031 potrebbero ammontare a circa 2 mld di euro complessivamente.
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