“L’Italia è uno Stato laico, il Parlamento è certamente libero di discutere e non solo”. Questa la frase pronunciata ieri al Senato dal Presidente del Consiglio Mario Draghi, relativamente al ddl Zan, in questi giorni discusso proprio in Parlamento. “Il nostro ordinamento contiene tutte garanzie per rispettare gli impegni internazionali tra cui il concordato – ha affermato Draghi – il governo non entra nel merito della discussione, questo è il momento del Parlamento”.
Secondo il Vaticano, alcuni punti del ddl inciderebbero negativamente sulle libertà assicurate alla Chiesa cattolica e ai suoi fedeli dal vigente regime concordatario (accordo tra Santa Sede e Repubblica Italiana del febbraio 1984). Si tratta di alcuni contenuti riferiti alle tradizioni ecclesiastiche che considerano la differenza sessuale secondo una visione antropologica.
Dunque si configurerebbe (secondo la Santa Sede) una violazione del concordato e il mancato rispetto della “piena libertà” della Chiesa cattolica.
Il premier Mario Draghi sarà in Parlamento per rispondere in maniera più completa sul tema, ma è chiaro che il ruolo centrale sarà adesso dei senatori. Compito che secondo alcuni spetterebbe invece al governo, ma Draghi avrebbe intenzione di parlare alle Camere dopo aver fatto tutte le valutazioni. Il timore sarebbe quello di uno scontro con la Santa Sede e la possibile impugnazione del concordato.
La giornata nazionale contro l’omofobia
Ieri la sottosegretaria all’istruzione Barbara Floridia si era espressa sul ddl Zan e sulla possibile istituzione della giornata nazionale contro l’omofobia e la transfobia: “L’organizzazione scolastica è citata già in leggi che istituiscono altre giornate nazionali come la giornata della memoria e del ricordo delle vittime delle mafie o dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico nei campi nazisti. In entrambi i casi il coinvolgimento delle scuole non prende la forma di un obbligo, e così sarebbe anche se il ddl Zan diventasse legge”.
La sottosegretaria cerca una soluzione ai preoccupanti fenomeni ancora presenti nel mondo della scuola: “Bisogna prevenire e lottare contro le manifestazioni di omofobia e transfobia nelle scuole e educare gli studenti al principio della pari dignità delle persone, per garantire a tutti un clima scolastico sereno e una società più civile. La giornata del 17 maggio può diventare un’opportunità importante per tutte le scuole, anche paritarie, per coltivare nelle scuole un forte momento di riflessione sulle questioni di rispetto dell’altro”.