Il discorso del presidente del Consiglio Mario Draghi al Senato, in vista della fiducia, fa il punto su quelli che sono stati i primi mesi del suo Governo e comunica la sua intenzione di restare alla guida.
“Giovedì scorso ho rassegnato le mie dimissioni nelle mani del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a seguito del venir meno della maggioranza di unità nazionale che ha appoggiato il Governo sin dalla sua nascita. Il presidente Mattarella ha rifiutato le mie dimissioni per ragioni che condivido. La mia, una scelta sofferta ma dovuta”. Quando mi insediai “dovevamo affrontare le tre emergenze, pandemica, economica, sociale, con un Governo di alto profilo che non debba identificarsi con nessuna formula politica, ma che faccia fronte alle grandi emergenze non rinviabili. Tutti i partiti hanno scelto di rispondere positivamente a quell’appello. In quest’aula allora feci riferimento allo spirito Repubblicano di questo Governo”.
“Un presidente del Consiglio che non si è mai presentato davanti agli elettori deve avere in Parlamento il consenso più ampio possibile. L’amplissimo consenso in Parlamento ha permesso di avere la tempestività che il presidente della Repubblica aveva richiesto. Grazie alle misure di contenimento sanitario, alla campagna di vaccinazione, al sostegno alle famiglie e alle imprese abbiamo dato slancio alla ripresa economica, siamo riusciti a uscire prima di altri paesi dalla recessione. Il Pnrr ha avviato un piano di riforme e di investimenti che non ha precedenti nella storia repubblicana”.
“Abbiamo reagito con assoluta fermezza alla invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Siamo convinti che l’Italia debba avere un ruolo di primo piano all’interno del G7 ma allo stesso tempo dobbiamo impegnarci per la pace. Ci siamo mossi con celerità per superare l’inaccettabile dipendenza energetica dalla Russia conseguenza di scelte miopi e pericolose. Abbiamo investito su fonti rinnovabili per aumentare la nostra dipendenza energetica. Abbiamo stanziato 33 miliardi in poco più di un anno nonostante i nostri margini fossero ristretti , grazie a una nostra credibilità internazionale. Il merito è stato vostro, che avete messo da parte le differenze per il bene del paese. La vostra è stata la migliore risposta all’appello del presidente della Repubblica. Gli italiani hanno sostenuto a loro volta questo miracolo civile e sono divenuti protagonisti. Penso al rispetto paziente delle restrizioni per frenare la pandemia, penso all’accoglienza spontanea offerta agli ucraini accolti nelle famiglie e nelle scuole con solidarietà. Mai come in questi momenti sono stato orgoglioso di essere italiano”.
“Non votare la fiducia a un Governo di cui si fa parte è un segno chiaro che non è possibile ignorare perché equivarrebbe a ignorare il Parlamento. Non è possibile minimizzarlo perché viene dopo mesi di strappi e ultimatum. L’unica strada se vogliamo stare insieme è ricostruire questo patto, con coraggio, altruismo, credibilità. A chiederlo , sono gli italiani. La mobilitazione degli italiani in questi giorni è senza precedenti e impossibile da ignorare: ha coinvolto il terzo settore, la scuola, l’università, il mondo dell’imprenditoria“.
“Accanto al Pnrr c’è bisogno di una vera agenda sociale. Fin dall’avvio del Governo abbiamo condiviso con i sindacati e con le imprese un metodo di lavoro con incontri continui. Oggi è essenziale proseguire in questo confronto e definire gli interventi da realizzare in legge di Bilancio. Quest’anno interverremo senza nuovi scostamenti di bilancio. Dobbiamo approvare entro i primi di agosto un provvedimento corposo per attenuare i costi dell’energia. Occorre spingere il rinnovo dei contratti collettivi, molti sono scaduti da molti anni. La contrattazione collettiva è essenziale. Dobbiamo garantire livelli salariali dignitosi alle fasce in sofferenza. C’è bisogno di una riforma delle pensioni che garantisca un impianto sostenibile ancorato al sistema retributivo”.
Secondo l’agenda dei lavori nota dopo il discorso del presidente del Consiglio Mario Draghi, tra le 10.30 e le 11 il discorso verrà consegnato ai senatori per la discussione generale. Il dibattito dei senatori non potrà durare più di 5 ore e mezza, fino alle 16.30 circa. A quel punto il presidente Draghi potrà replicare e comunicare le proprie decisioni. Se Draghi dovesse scegliere di rimanere in carica, alle 18.40 potrebbero iniziare le dichiarazioni di voto. Lo stesso iter si replicherà domani alla Camera.
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