Sulle presunte dichiarazioni di Mario Draghi riguardo i punti fondamentali del programma di governo sull’istruzione e in particolare sulla rimodulazione del calendario scolastico, sono arrivate le reazioni delle sigle sindacali.
Dopo le perplessità esternate da Maddalena Gissi, segretaria generale della Cisl Scuola, dopo la formale validità data alla didattica a distanza, ecco che anche la Flc Cgil, attraverso le parole del segretario Francesco Sinopoli all’Ansa, si schiera contro le aule piene a giugno:
“Ci sono scuole che hanno bisogno di far fare recuperi ai propri alunni, altre no, si deve consentire alle scuole di programmare i recuperi, dando loro autonomia e prevedendo le risorse. Non mi convince la generalizzazione del prolungamento del calendario scolastico e serve comunque un investimento”.
Anche la Gilda degli insegnanti non si discosta molto dalla linea intrapresa da Cisl Scuola e Flc Cgil. Il leader Rino Di Meglio è molto chiaro:
“Definire tempo perso il lavoro svolto durante questo difficilissimo anno pandemico significa partire con il piede sbagliato. Di tutto si può discutere, ma sempre rispettando chi si è fatto in quattro con la Didattica a distanza. Senza, poi, dimenticare che, salvo rare eccezioni, la scuola dell’infanzia e la primaria hanno continuato con la didattica in presenza. Da insegnante trovo inutile protrarre le lezioni di un paio di settimane. A parte le difficoltà oggettive che comporterebbe, sia da un punto di vista organizzativo con gli esami di fine ciclo, sia da un punto di vista climatico, con edifici scolastici perlopiù inadeguati, un tale provvedimento si rivelerebbe inefficace rispetto al recupero degli apprendimenti da parte degli alunni. Piuttosto, risulterebbe più opportuno finanziare corsi di recupero individuali per gli studenti rimasti realmente indietro”.
Una voce fuori dal coro arriva da Dirigentiscuola (unico sindacato nazionale di soli dirigenti scolastici), che si dice favorevole alla proposta Draghi sul prolungamento eccezionale delle attività didattiche a tutto giugno. Questo in considerazione del fatto che gli studenti, in questi ultimi due anni scolastici, pur se hanno svolto la Didattica a Distanza, hanno comunque perso tantissime giornate di scuola e opportunità formative.
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