Il Premier incaricato Mario Draghi nella serata dell’8 febbraio, al termine del secondo giro di consultazioni, si è espresso a favore del prolungamento della scuola almeno fino a fine giugno per consentire il recupero degli apprendimenti. Potrebbero dunque essere proposti corsi di recupero pomeridiani o in orari extrascolastici, questione che di certo coinvolgerà non solo i lavoratori della scuola ma anche i sindacati.
Una ipotesi su cui, come Tecnica della scuola, abbiamo discusso nella diretta del 2 febbraio 2021 insieme a Mauro Piras, docente di Storia e filosofia a Firenze e Andrea Gavosto, Direttore della Fondazione Agnelli.
“L’emergenza si cura con l’emergenza, facendo cose più impegnative,” afferma Mauro Piras, esponente del gruppo Condorcet, per argomentare la propria proposta di revisione del calendario scolastico. Secondo Condorcet è necessario ripensare al calendario scolastico in modo da consentire di distribuire in modo più razionale le pause nel corso dell’anno, così da allineare l’Italia agli altri Paesi europei, che hanno vacanze decisamente più brevi delle nostre estive, ma più frequenti nel corso dell’anno.
Una posizione su cui si vede d’accordo anche Andrea Gavosto, che pone l’accento sulla gravità del deficit di apprendimento dei ragazzi, che influirà sul loro futuro in termini di competenze mancate e di difficile ingresso nel mondo del lavoro. Dunque, sostiene Gavosto, quello che bisognerebbe fare, è iniziare da un’indagine sugli apprendimenti come quella che hanno già fatto alcuni altri Paesi europei, per individuare chi ha perso cosa in fatto di competenze. “Bisogna capire come sono messi i nostri ragazzi e cosa hanno perso, per ripartire da là.”
Antonello Giannelli, leader dell’Associazione nazionale presidi, esprime perplessità, affermando: allungare la fine dell’anno scolastico in corso è una ipotesi che si può realizzare solamente “se si tratta di un prolungamento relativamente contenuto”. Dunuque scuola fino a giugno, ma non oltre, per Giannelli.
Più critica Maddalena Gissi, segretaria di Cisl scuola: “Allungare a prescindere il calendario scolastico significa far credere che con la Dad la scuola ha scherzato,” afferma la Gissi e continua facendo notare che questa ipotesi sarebbe più appropriata solo se la si intendesse in relazione agli alunni che hanno effettivamente perso più giorni di scuola, perché non sono stati raggiunti dai docenti per motivi tecnici e per diversità di condizione socio-economica, “ma è chiaro che per questi casi saranno gli stessi professori ad attivare iniziative di recupero”.
Una questione, quella della scuola d’estate, che pone problemi legati anche alla questione climatica, specie nelle classi del sud Italia. Fare slittare nell’attuale anno scolastico la fine delle lezioni di tre settimane, infatti, comporta difficoltà oggettive legate allo svolgere le lezioni con una temperatura superiore ai 30 gradi.
Osserva, infatti, il nostro direttore Alessandro Giuliani: “Se l’intenzione è questa, allora il nuovo governo farebbe bene a dotare da subito le classi di 42 mila edifici scolastici di quei condizionatori d’aria di cui si parla da anni ma che nessuno ha mai acquistato: ammesso che vi siano i fondi per realizzare il progetto (potrebbero arrivare con il Recovery plan), siamo sicuri che si farà in tempo per la prima decade di giugno ad installarli?”
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