Il premier Mario Draghi in conferenza stampa si presta alle domande dei giornalisti sul tema del Recovery Fund e dei vaccini.
“Il piano sul recovery è ambizioso ma le sfide si vincono insieme.” E’ quanto avrebbe detto in occasione dell’incontro con le Regioni e con gli Enti locali nel corso della riunione sul Recovery plan, secondo quanto si apprende da fonti presenti all’incontro.
Un incontro, quello del pomeriggio con le Regioni, cui hanno preso parte anche la ministra per gli Affari regionali e le Autonomie Mariastella Gelmini, il ministro dell’Economia Daniele Franco, la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, il ministro della Salute Roberto Speranza, il ministro della Pa Renato Brunetta.
Il Premier si è presentato in conferenza stampa accompagnato dal professore Locatelli, cui vengono demandate le questioni più strettamente sanitarie. La prima domanda, come da previsione, ha riguardato il vaccino AstraZeneza e in generale la campagna vaccinale. Il Premier raccomanda: seguire le linee guida indicate dal Ministero della Salute e usare il vaccino AstraZeneca per coloro che hanno più di 60 anni di età. Ma il rischio di decesso è massimo per coloro che hanno più di 75 anni, quindi bisogna iniziare dagli ottantenni in giù. Tutto dipende da questo, secondo il Premier, che esorta: “Smettetela di vaccinare chi ha meno di 60 anni, ma con che coscienza un giovane salta la lista e si fa vaccinare? Questa è la prima domanda che ci si deve fare. La disponibilità di vaccini c’è, ora si tratta di fare delle scelte di direzione.”
Sul caso AstraZeneca il professore Locatelli ricorda: “Gli eventi trombotici sono straordinariamente rari.”
Continua il Premier: “Oggi passiamo da una situazione di carenza di vaccini a una in cui ne abbiamo troppi. Il commissario sta lavorando a una nuova composizione del piano vaccinale. Ho incontrato i Presidenti di Regione. Tutti chiedono aperture ed è normale, perché la migliore forma di sostegno all’economia sono le riaperture.”
Sulla scuola Draghi si esprime così: “Se chiedete a me, io voglio rivedere il Paese aperto, a partire dalle scuole. L’obiettivo è dare ai ragazzi almeno un mese di scuola in presenza. Devono chiudere l’anno insieme.”
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