Si complica la gestione della “pratica” che nel corso della mattina del 22 febbraio avrebbe dovuto portare all’individuazione di 40 viceministri e sottosegretari del nuovo governo: alla vigilia Consiglio dei ministri che porterà al nuovo decreto legge Covid con prolungamento del divieto di transito tra Regioni e accelerazione della campagna di vaccinazione, Mario Draghi, ha infatti chiesto ai partiti di proporre i nominativi. Salvo, però, rispettare una proporzione: alle donne, poco presenti tra i ministri, dovranno andare il 60% delle “poltrone”. E qui sta il punto.
Perché solo il Partito democratico avrebbe fornito sinora dei nomi che rispettino il parametro, con le quote rose in prevalenza.
Un’altra novità dell’esecutivo in via di definizione è quella della presenza di sottosegretari e viceministri con la “casacca” del M5s: dopo la spaccatura sulla fiducia, i grillini dovrebbero ritrovarsi con non più di 11 o 12 posti.
Secondo le agenzie di stampa i pentastellati potrebbero proporre nuovi nomi, come Gilda Sportiello, Barbara Floridia e Alessandra Maiorino.
Altri 9 o 10 sottosegretari andranno alla Lega, 7 o 8 al Pd. E per l’Istruzione, in particolare, i dem gradirebbero la riconferma di Anna Ascani. Come di Marina Sereni agli Esteri, Sandra Zampa alla Salute, Simona Malpezzi ai Rapporti col Parlamento, Lorenza Bonaccorsi alla Cultura e Alessia Morani al Mise. Ma anche novità come Cecilia D’Elia o Marianna Madia.
Ma più che il Pd, in qualche modo già rappresentato da Patrizio Bianchi in qualità di ministro, dopo che ha avuto un ruolo attivo nella giunta Bonaccini per diversi anni, ad avere chance reali di prendere un posto come sottosegretario all’Istruzione è la Lega.
E tra le donne del Carroccio che potrebbero arrivare al ministero dell’Istruzione spunta Lucia Borgonzoni. Se, invece, dovesse andare bene anche il genere maschile, allora il senatore Mario Pittoni rimane in pole position.
Del resto, il partito guidato da Matto Salvini avrebbe chiesto espressamente di essere presente con un suo rappresentante ai vertici del Viminale, del ministero dell’Ambiente, delle Infrastrutture, dell’Agricoltura e, appunto, dell’Istruzione.
Tra i posti da assegnare ve ne sarebbero anche 7 per Forza Italia, un paio per Italia viva, uno a Leu (si parla con insistenza di Maria Cecilia Guerra) e ai centristi.
Tra i forzisti potrebbe ricoprire un posto a Viale Trastevere la docente, ora senatrice, Maria Alessandra Gallone.
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