La Senatrice Tiziana Drago nel suo profilo facebook pone il problema sulla riduzione al 50% dei posti disponibili per la mobilità interprovinciale dei docenti, per consentire una percentuale di immissioni in ruolo. Per la Senatrice del Movimento 5 Stelle alcune recenti sentenze hanno stabilito che la mobilità dei docenti di ruolo ha la prelazione rispetto a quella dei neoimmessi in ruolo.
Ecco cosa dice Tiziana Drago sul suo profilo facebook a proposito della mobilità della III fase che è limitata al solo 50% dei posti disponibili dopo la I eII fase di mobilità.
La ruota che gira
Chi concorre per un incarico pubblico sa benissimo dell’alta probabilità di poter essere destinato a svolgere le proprie mansioni lontano dal luogo di provenienza. Sa anche, tuttavia, della possibilità, dopo qualche anno, di poter rientrare. É una ruota che gira…
Mobilità, stabilizzazioni e assunzioni
Mi piace immaginare la Scuola italiana come un grande ingranaggio in cui ogni corona segua un suo verso, ma in armonia con il resto, in maniera tale che non vi sia alcuna discrasia. Per evitare ciò e regolamentare il tutto, ecco che viene incontro il tecnico (il legislatore) che interviene manutendendo il sistema, spesso utilizzando dell’olio (la norma), fondamentale per permettere ad ogni ruota dentata del sistema di funzionare in sinergia col tutto.
Mobilità, stabilizzazioni e assunzioni. Queste sono le varie fasi che nella gestione del personale insegnante si devono seguire ogni anno per una conduzione fluida, secondo i dettami legislativi.
Prima di tutto la mobilità
La mobilità, quindi, dei docenti di ruolo ha la prelazione rispetto a quella dei neoimmessi in ruolo (d.lgs 297/94 art. 470 comma 1; d.lgs 165 / 2001; sentenza 3722/2019). Tutto il resto é noia!
CCNI mobilità da ritenersi nullo
Chiariamo un punto: il CCNI siglato nel marzo 2019 “é da ritenersi nullo” (v. sentenza 4167 30/04/2020). Non solo non si parte dal 100% dei posti disponibili da destinare a mobilità, ma addirittura le percentuali ad essa destinate, nel triennio di riferimento, decrescono, con andamento inverso alle assunzioni. Diminuiscono i posti disponibili per la mobilità, aumentando quelli per le assunzioni.
Ora: famiglie sono quelle fuori da anni, lontane dai propri affetti e dalle proprie certezze; famiglie sono quelle dei precari da anni che immesse in ruolo potrebbero doversi spostare. Come dirimere la questione?
Attivare tavolo con i sindacati
Il bandolo della matassa é uno solo: la NORMATIVA VIGENTE.
Pertanto, onde evitare dispendiosi ricorsi, quasi sempre vinti dai ricorrenti, con relative spese pagate dal cittadino, occorre riattivare un tavolo tra parti sociali e Ministero. Si possono stabilizzare i precari (v. GAE), magari con un corso-concorso per titoli e servizio e pensare ad eseguire una FIT seria che valuti realmente l’operato del docente durante l’anno di prova; immettere in ruolo i vincitori del concorso 2016; ecc. Tutto si può fare, ma partiamo dallo start: 100% dei posti vacanti disponibili alla mobilità, “trasformando le cattedre in deroga e le cattedre di fatto in cattedre di diritto”.
Ci vorrebbe uno sforzo del MEF
Se la Scuola é uno dei pilastri della società, il MEF deve dare e fare di più insieme al Governo.
La Ministro Azzolina andrebbe supportata.