La notizia è uscita nelle scorse ore, e sta sconvolgendo un’intera generazione: è morto, come riportano i principali media come La Repubblica, lo scorso 1 marzo, all’età di 68 anni Akira Toriyama, maestro del fumetto giapponese, creatore di Dragon Ball, manga e anime che ha avuto un enorme successo mondiale dagli anni Ottanta in poi.
Toriyama è deceduto a causa di un ematoma subdurale acuto alla testa, ha spiegato il suo team di produzione con un comunicato. Il manga “Dragon Ball“, creato nel 1984, ha venduto almeno 260 milioni di copie in tutto il mondo e ha dato origine a numerosi adattamenti per la televisione, il cinema e i videogiochi, e ha avuto numerosi sequel come Dragon Ball Z o più recentemente Dragon Ball Super.
L’immaginario che vede protagonisti Goku, Vegeta e altri personaggi ormai di culto è conosciutissimo dai ragazzi degli anni Novanta e Duemila, che oggi più che mai sono nostalgici dei “tempi che furono”, fatti di pomeriggi davanti alla tv dopo le mattine a scuola.
Ecco alcuni commenti commossi su X:
“L’80% della mia adolescenza è stata guardare Dragon Ball a pranzo quando tornavo da scuola”.
“Sei stato tutta la mia infanzia, mi hai fatto compagnia dopo la scuola e mi hai insegnato ad essere forte in qualsiasi momento grazie a Goku e come Goku”.
“È iniziato tutto lì. Da quelle corse perdifiato da scuola, per non perdermi neanche un minuto di DBZ. Grazie maestro”.
“Dopo la scuola di corsa a casa per vedere la in tv le avventure di quel bambino con la coda che volava sopra la sua nuvoletta”.
“Grazie per averci accompagnato nelle giornate dopo scuola”.
“Dopo scuola si correva di corsa a casa, niente saluti o chiacchiere. D’estate, all’ora di pranzo, si mangiava nella pizzeria che aveva la TV su Italia 1. Orde di ragazzini e ragazzine in attesa di vedere Goku trasformarsi. Che ricordi ci hai regalato, maestro”.
“Addio a te, che tutti i giorni, tornato a casa dopo la scuola, mi tenevi incollato al televisore”.
“Per chi, come me, ama i manga ed è cresciuto guardando Dragon Ball in tv dopo scuola è un pezzo di vita che va via”.
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