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Dress code a scuola. Jeans strappati vietati, un prof li copre con il nastro adesivo e un papà ironizza: “Questa sì che è disciplina”

Un fatto destinato a creare polemiche. In una scuola, il liceo Majorana di Pozzuoli, in Campania, un docente avrebbe tappato i buchi dei jeans strappati di due alunni, vietati dalle regole relative al dress code dell’istituto, con del nastro adesivo.

Tutto, come riportano Fanpage.it e Il Mattino, è avvenuto venerdì scorso, 24 marzo, durante un’assemblea d’istituto. Le nuove rigide regole sul decoro e sul dress code a scuola sono state introdotte dalla nuova dirigente scolastica, insediatasi a settembre scorso.

Le regole scritte e non scritte vietano, tra le altre cose, anche di indossare minigonne, t-shirt corte, pantaloncini o andare a scuola con le unghie lunghe. Il docente avrebbe agito così per evitare provvedimenti disciplinari a carico degli studenti visto che già da tempo gli inviti al rispetto delle regole erano stati disattesi. 

Un genitore ha criticato il gesto dell’insegnante in modo ironico e sarcastico su Facebook, scrivendo: “Anno domini 2023, liceo ‘E. Majorana’ Pozzuoli. Riscaldamento guasto nei mesi invernali, una parte dei bagni costantemente otturata, ma se ti presenti all’assemblea di istituto con il jeans strappato, i collaboratori scolastici (ex bidelli) ti tappano i buchi dei jeans con il nastro adesivo per disposizioni della dirigente. Questa sì che è disciplina!”.

La reazione dei genitori e la risposta della dirigente

Insomma, il padre ha lasciato intendere che a suo avviso sono altre le questioni più urgenti di cui la scuola dovrebbe occuparsi, e che la decisione di tappare i buchi dei jeans strappati appare alquanto ridicola. Altri genitori si sono posti invece dalla parte della scuola: “Siamo assolutamente d’accordo con la preside – ha replicato la rappresentante di classe di una prima del liceo scientifico -. Questa polemica è nata dal nulla visto che ad ottobre, durante una riunione, lei aveva espresso la volontà di mettere queste regole e noi genitori siamo stati dal primo momento d’accordo perché era giusto dare un decoro. C’è un regolamento da rispettare e a scuola si va vestiti in modo decente. Io a mia figlia non la mando con i jeans strappati o con le unghie lunghe, visto che può anche farsi male quando gioca a pallavolo”.

La dirigente scolastica Elena Manto, dal canto suo, ha replicato così, sottolineando il fatto che l’iniziativa è partita da un docente: “Avrei preferito non replicare a questa polemica. Anche gli studenti sono rammaricati per le accuse e per quanto è stato scritto sui social. Da parte mia non ho obbligato nessuno, è stata un’iniziativa di un docente che in buona fede ha voluto evitare provvedimenti disciplinari a carico dei ragazzi visto che c’è un regolamento condiviso da tutti. Ho parlato con lui, ha fatto un’azione a fin di bene e dispiace che si sia arrivati a tutto questo”.

Fioccano i divieti a scuola

Nella scuola, come abbiamo specificato, sono vietate anche le unghie lunghe, decisione che sembra ricalcare quella di un’altra scuola di cui abbiamo parlato di recente, la secondaria Tallone di Alpignano, in provincia di Torino, dove sono state messe al bando le unghie finte.

La dirigente scolastica Silvana Andretta, ha scritto un documento in cui ha ribadito l’importanza del dress code e della sobrietà richiesta in un luogo pubblico come la scuola: “Il regolamento di istituto prevede di indossare un abbigliamento semplice e adeguato all’ambiente scolastico. Tantissimi esperti del settore sconsigliano una ricostruzione sotto i 18 anni. Su alcune nostre alunne della secondaria abbiamo notato un’eccessiva lunghezza, cosa che può inficiare anche la valutazione sui compiti che svolgono in classe”, queste le sue parole.

Redazione

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