Droga, tra gli studenti italiani spopola la cannabis
Non si arresta il consumo di cannabis tra gli studenti italiani: dopo il tabacco e l`alcol, lo “spinello” continua a essere la sostanza psicoattiva più utilizzata tra i nostri ragazzi che vanno a scuola. Siamo orami al primo posto in Europa assieme alla Spagna. Il dato è contenuto nella relazione annuale 2008 presentata dall’Agenzia europea delle droghe presentata il 6 novembre.
Se in Europa hanno fatto uso di cannabis negli ultimi 30 giorni in 12 milioni, una percentuale pari al 3,5% della popolazione, in Italia il numero lievita fino al 5,8%. E più si scende di età e maggiore e la percentuale: i giovani europei tra i 15 e i 34 anni che hanno “sniffato” sale infatti al 31%. L’età più a rischio? Tra i 15 e i 16 anni, quando si avvicina allo spinello un giovane europeo su cinque.
Dallo studio emergono anche altre poco esaltanti indicazioni: negli ultimi 12 mesi i giovani italiani tra i 15 e i 24 anni che hanno consumato cocaina (la seconda droga assunta in Ue dopo la cannabis) si sono attestati al 3,3%: siamo ancora lontani da Spagna e Regno Unito, dove la percentuale è addirittura del 5%, ma la tendenza è in deciso aumento tanto che ha raggiunto il massimo storico. Oggi in Italia ha fatto uso di cocaina almeno un volta il 5,5% dei giovani tra i 15-34 anni: basta dire che rispetto al 2004 il suo consumo è triplicato. In assoluto nel 2007 hanno fatto uso di cocaina quattro milioni di persone: e di queste quasi il 90% sono ragazzi. Rispetto alla media europea, ferma al 2,3% della popolazione giovanile, da noi il dato sale di cocainomani sale al 3,2%. E non si tratta di dati isolati o discutibili: basti pensare che mentre in Europa il tasso di infezioni da Hiv di nuova diagnosi è in diminuzione, la trasmissione dell`infezione continua a essere preoccupante proprio in Spagna e in Italia.
Sempre per quanto riguarda l’Italia gli unici dati positivi derivano dalla stabilità di “adepti” all’uso dell’eroina (molto in voga nei paesi dell’est) e dal modesto uso di ecstasy (almeno in confronto ad Inghilterra e Repubblica ceca). Una davvero magra, magrissima, consolazione.
Questi dati fanno moltiplicare le proposte per limitare l’uso di droga tra i giovani. Nei giorni scorsi ha fatto discutere non poco quella del Dirigente dell`Ufficio scolastico provinciale di Como, Benedetto Scaglione, secondo cui per combattere la diffusione a scuola sarebbe bene liberalizzare le droghe leggere. Il Provveditore si è così espresso: “il mercato della droga può essere sottratto alla malavita solo facendo intervenire in maniera decisa il nostro Stato. Sono quindi favorevole alla liberalizzazione delle droghe leggere che andrebbero vendute in farmacia sotto stretta sorveglianza e con limiti ben precisi”. E ancora, ha continuato Scaglione: “Tutto ciò consentirebbe di tenere monitorato questo orribile fenomeno e combatterne la diffusione crescente anche nelle nostre scuole”.
La proposta ha raccolto molte critiche, anche di alto livello istituzionale. Come quella di Carlo Giovanardi, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alle tossicodipendenze: “si tratta di frasi e proposte totalmente da condannare e rigettare soprattutto in considerazione del ruolo istituzionale rivestito dal funzionario dello Stato in ambito educativo. Sembra impossibile che ad un uomo di studi possano sfuggire le evidenze scientifiche più recenti in tema di danni cerebrali provocati dalle droghe che hanno evidenziato in maniera inconfutabile l’alterazione della normale maturazione del cervello degli adolescenti che ne fanno uso: bisogna dire loro chiaramente e senza tentennamenti di non usare alcun tipo di droghe o abusare di alcol”, ha concluso seccamente il Sottosegretario.