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Droghe chimiche assunte in età scolare: fenomeno in espansione

L’assunzione di droghe chimiche tra i giovani in età scolare sarebbe purtroppo ed inesorabilmente destinato ad aumentare: a sostenerlo è l’Osservatorio regionale sulle Dipendenze della Regione Lombardia che nello studio presentato a Milano il 10 dicembre, una sorta di proiezione sino al 2012, ha indicato in amfetaminici e derivati (tipo ketamina e Lsd) delle sostanze sempre più vicine ai nostri under 19.

Secondo i ricercatori meneghini le persone che in Italia proveranno eroina subiranno un incremento del 40% (170mila persone circa, lo 0,5% della popolazione italiana fra i 15 e i 54 anni). Il numero di coloro che proveranno amfetaminici e derivati (tipo ketamina e LSD) potrebbe crescere del 25% (210mila persone circa). E molti di questi ultimi sarebbero appunto ragazzi. Al mercato dei cannabinoidi (marijuana, hashish), altro “terreno” su cui i giovani si muovono molto bene, si affaccerà il 20% degli italiani (5,1 milioni, il 15,9% della popolazione tra i 15 e i 54 anni). A quello della cocaina, infine, si accosterà il 4% circa, pari a 700 mila persone.
Il consumo di droghe – si legge nel Rapporto di previsione delle droghe 2009-2012 – fa registrare un’evoluzione da doping della vita quotidiana a narco-benessere, cioè ricerca personale di momenti di piacere, gratificazione e benessere declinati in modo individuale o collettivo. Dopo una fase in cui una continua richiesta prestazionale per migliorare le proprie performance lavorative e sessuali ha indotto nelle persone l’idea di poter modificare i comportamenti e lo stato di coscienza, attraverso additivi chimici per lo svolgimento di attività normali in modo migliore, l’approccio alle droghe si trasformerà in una ricerca personale di momenti di piacere”.
Una ricerca di evasione che coinvolgerà i nostri ragazzi anche per la loro facilità a reperire informazioni sbagliate attraverso le nuove tecnologie prive di “filtri” o mediatori adeguati. “L’ingresso nel mercato di generazioni di 15-24enni heavy user di Internet (i cosiddetti digital natives), meno influenzati e influenzabili su questi argomenti dai processi educativi classici della famiglia, della scuola e dei media tradizionali, fa prevedere, già nel breve periodo, l’accelerazione di queste tendenze”.

Alessandro Giuliani

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