Secondo quanto è previsto dal decreto legge sulla scuola varato ieri dal Consiglio dei ministri, scattano nuove pratiche per reclutare i dirigenti scolastici.
Le procedure saranno gestite dalla Scuola nazionale della pubblica amministrazione,
alla frequenza della quale potranno accedere gli aspiranti presidi che superano la solita preselezione, composta da scritti e orali. In pratica un concorso a tutti gli effetti, chiamato preselezione, che consente ai vincitori di accedere alla scuola di formazione dove dovranno partecipare ancora a un corso di formazione con relativo e susseguente concorso finale. Per largheggiare, e per non farsi trovare impreparati, alla frequenza di questo fatidico corso-concorso è stato previsto un incremento del 20% di candidati in più oltre al fabbisogno effettivo, cosicchè, a conclusione degli studi e delle selezioni, si possa stilare una graduatoria dentro la quale però, e qui sta forse la furbata del Miur, verrebbero inclusi tutti i vincitori che annualmente superano le prove. In pratica questa graduatoria non sarebbe a scorrimento, ma a punteggio aggiornato anno per anno, seguendo proprio la scadenza annuale dei corsi-concorsi, in modo che i primi a essere sistemati sarebbero i più bravi, quelli cioè che man mano conquistano le vette più alte, mentre nel punteggio complessivo è prevista pure la valutazione dei titoli che dovrebbero per lo più essere quelli finora conteggiati.
Ma se il fine di questa nuova procedura è l’affossamento definitivo dei ricorsi, non si capisce il motivo per il quale è previsto che possa accedere alle preselezioni solo il personale con laurea e con almeno 5 anni di ruolo effettivo.
Vedremo nel dettaglio e nei successivi decreti esplicativi come sarà affrontata questa vicenda, mentre colpisce il pagamento di una somma a carico degli aspiranti dirigenti per coprire le spese delle procedure concorsuali.
In ogni caso il corso-concorso si svolgerà presso la scuola nazionale di amministrazione e dovrebbe avere un periodo formativo non inferiore ai sei mesi. I criteri di accesso e di esame saranno esplicitati nei bandi di reclutamento, che, a norma di legge, dovranno contenere indicazioni sufficienti a discernere classi di concorso, titoli richiesti, modalità di svolgimento e valutazione elle prove.
La singolarità del testo, nella fase in cui lo stiamo leggendo, e le perplessità riguardano il fatto che tali corsi dovrebbero essere organizzati con scadenza annuale, mentre parte dei costi saranno a carico dei candidati.
Circa 2 milioni di ragazzi italiani di età compresa tra i 10 e i 20…
Ascolta subito la nuova puntata della rubrica “Educazione in Evoluzione” tenuta da Matteo Borri dal titolo: “Ma (a che) serve…
Vendicarsi con i docenti, considerati troppo severi, fotografando la targa della loro auto per poi…
Da qualche anno, soprattutto dopo la pandemia da Covid, assistiamo ad una crescita di casi…
La Corte Costituzionale ha bocciato ben sette punti nevralgici della legge sull’autonomia differenziata tra cui…
Frequentemente si confondono due termini: bravata e reato. In realtà si tratta di due situazioni ben…