In questi anni, più volte e in diverse circostanze, ci siamo trovati ad affrontare episodi di atti della dirigenza scolastica in contrasto con la normativa legislativa e contrattuale.
Atti illegittimi che abbiamo sempre affrontato nel merito della normativa e della sua interpretazione tecnica. Adesso emergono dei casi anche sulla stampa nazionale di alcuni Ds che hanno creato delle evidenti tensioni nell’ambiente scolastico che avrebbero dovuto governare.
Dalle colonne de “La Stampa di Torino” del 3 novembre 2017, troviamo un articolo in cui si parla di una scuola in rivolta contro la preside, perché “Insulta e fa scenate”. Si tratta di una sorta di sindrome di onnipotenza dei Dirigenti scolastici? Eppure l’episodio della Ds del Liceo delle Scienze Umane Regina Margherita di Torino sembra essere eclatante, infatti come riportato da La Stampa, la Dirigente ha addirittura interrotto il collegio docenti nel momento in cui un professore stava per dare lettura di una mozione, firmata da 131 insegnanti, in cui si appoggiava la scelta di alcuni colleghi di dare le dimissioni dai ruoli chiave per il funzionamento della scuola, perché vessati dalla stessa preside con episodi lesivi della dignità personale e della professionalità dei lavoratori e delle lavoratrici, avvenuti anche in presenza di terzi.
Nell’Istituto Boselli di Torino, apprendiamo sempre da La Stampa, è stata vinta la battaglia legale contro la decisione del dirigente scolastico di spostare un docente di matematica dalle classi dove aveva insegnato, interrompendo la continuità didattica nell’anno degli esami di Stato. Il docente leader dei Cobas di Torino nonostante i criteri per l’assegnazione dei docenti alle classi tenessero in conto il principio della continuità didattica, era stato spostato in altre classi per decisione del Dirigente scolastico. Nell’ordinanza del giudice del lavoro di Torino è scritto che “dal quadro normativo emerge con chiarezza che l’assegnazione dei docenti alle classi non è materia rimessa alle unilaterali determinazioni del dirigente scolastico: l’indicazione dei criteri è attribuita al Consiglio d’Istituto e in ogni caso il dirigente scolastico deve agire nel rispetto delle competenze degli organi collegiali. Il primo e prioritario criterio di assegnazione adottato era quello della continuità didattica ed a tale criterio il dirigente era tenuto ad attenersi avendovi peraltro aderito”.
Al sud Italia la situazione è ancora peggiore di quella che emerge negli articoli de La Stampa di Torino, scuole in cui si utilizzano troppo spesso, in modo illegittimo e irregolare, le disposizioni legislative e contrattuali.
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