Nessun tetto alle detrazioni delle famiglie per le spese dei figli con diagnosi di disturbo specifico dell’apprendimento: la richiesta arriva in Legge di Bilancio 2025, con tre emendamenti identici bipartisan presentati da Forza Italia (a prima firma Nevi), Pd (a prima firma Manzi) e dal M5s (a prima firma Torto).
Oltre alle spese mediche, già escluse dal tetto, le richieste mirano a chiedere di aggiungere anche “le spese sostenute in favore dei minori o di maggiorenni, con diagnosi di disturbo specifico dell’apprendimento (Dsa) fino al completamento della scuola secondaria di secondo grado, per l’acquisto di strumenti compensativi e di sussidi tecnici e informatici” necessari all’apprendimento.
L’esonero delle spese dovrebbe valere anche “per l’uso di strumenti compensativi che favoriscano la comunicazione verbale e che assicurino ritmi graduali di apprendimento delle lingue straniere, in presenza di un certificato medico che attesti il collegamento funzionale tra i sussidi e gli strumenti acquistati e il tipo di disturbo dell’apprendimento diagnosticato”.
Come abbiamo già avuto modo di scrivere, i disturbi di specifici di apprendimento sono espressamente previsti da una legge, la n. 170, che compie 14 anni proprio in questi giorni.
Dislessia, disortografia, disgrafia e discalculia sono dunque disturbi per i quali sono previste delle ben precise misure di legge: gli alunni e le alunne che ne soffrono ha pieno diritto a fruire delle misure compensative e dispensative previste dalla legge.
Questo significa che la scuola ha il preciso dovere di mettere in atto tali misure e di promuovere e organizzare iniziative di formazione per i propri docenti.
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