Chi sono gli alunni con Dsa (disturbi dell’apprendimento)? E cosa sono gli strumenti compensativi e le misure dispensative? (VAI AL CORSO Dsa, strategie di intervento in classe)
A parlare di Dsa è la Legge 8 ottobre 2010, n. 170, che riconosce la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia quali disturbi specifici di apprendimento.
Compito della scuola è facilitare la vita scolastica e gli apprendimenti agli alunni con questo genere di difficoltà, grazie ad azioni specifiche in grado di garantire il successo formativo di ragazzi e ragazze, bambini e bambine. Azioni che vanno dal riconoscere l’esigenza di strumenti compensativi a quella di esimere il ragazzo dallo svolgimento di certi compiti a lui particolarmente gravosi. Parliamo in questo caso di misure dispensative.
Cosa intendiamo per strumenti compensativi per gli alunni con DSA? Gli strumenti compensativi sono strumenti didattici e tecnologici che sostituiscono o facilitano la prestazione richiesta nell’abilità deficitaria. Fra i più noti il Ministero indica:
Quanto alle misure dispensative, il docente si accerta di ciò che risulta all’alunno particolarmente difficoltoso e predispone un adeguato Pdp (Piano didattico personalizzato) nel quale si precisi da quali compiti l’alunno è dispensato.
Per esempio – spiega il Ministero – non è utile far leggere a un alunno con dislessia un lungo brano, in quanto l’esercizio, per via del disturbo, non migliora la sua prestazione nella lettura. Rientrano tra le misure dispensative altresì le interrogazioni programmate, l’uso del vocabolario, poter svolgere una prova su un contenuto comunque disciplinarmente significativo, ma ridotto o tempi più lunghi per le verifiche.
Ricordiamo che il Pdp, il Piano didattico personalizzato, è il documento da redigere entro il primo trimestre dell’anno scolastico, quindi entro novembre, con cui le scuole si prendono in carico le problematiche relative ai bambini e ai ragazzi con disturbi specifici di apprendimento.
In questi casi è doveroso ricorrere all’insegnante di sostegno? No, i casi descritti non richiedono l’insegnante di sostegno (non necessariamente) in quanto non riguardano condizioni di vera e propria disabilità. Tuttavia, in presenza di casi certificati da una diagnosi, è necessario predisporre il piano didattico personalizzato in quanto ci troviamo in presenza di diagnosi riconosciute e dunque di bisogni educativi speciali (Bes), i quali richiedono interventi educativi speciali.
VAI al corso Dsa, strategie di intervento in classe, a cura di Marco Catania, in programma dal 13 dicembre.
Un'insegnante di italiano, storia e inglese presso una scuola elementare di Pomezia, è un esempio…
Secondo il 58° rapporto del Censis, il 30% degli italiani non sa chi sia Mazzini…
Due delle faq pubblicate dal Ministero, relative alle due procedure concorsuali per docenti PNRR 2,…
La FLC CGIL critica duramente il nuovo sistema di valutazione dei dirigenti scolastici previsto dal…
“Silvia, rimembri ancora quel tempo della tua vita mortale…”. In quanti, tra coloro che hanno…
Egregio Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, Mi rivolgo a Lei, con profondo rispetto, per portare alla…