Didattica

Dsa, cosa sono gli strumenti compensativi e le misure dispensative?

Chi sono gli alunni con Dsa (disturbi dell’apprendimento)? E cosa sono gli strumenti compensativi e le misure dispensative? (VAI AL CORSO Dsa, strategie di intervento in classe)

A parlare di Dsa è la Legge 8 ottobre 2010, n. 170, che riconosce la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia quali disturbi specifici di apprendimento.

Compito della scuola è facilitare la vita scolastica e gli apprendimenti agli alunni con questo genere di difficoltà, grazie ad azioni specifiche in grado di garantire il successo formativo di ragazzi e ragazze, bambini e bambine. Azioni che vanno dal riconoscere l’esigenza di strumenti compensativi a quella di esimere il ragazzo dallo svolgimento di certi compiti a lui particolarmente gravosi. Parliamo in questo caso di misure dispensative.

Gli strumenti compensativi

Cosa intendiamo per strumenti compensativi per gli alunni con DSA? Gli strumenti compensativi sono strumenti didattici e tecnologici che sostituiscono o facilitano la prestazione richiesta nell’abilità deficitaria. Fra i più noti il Ministero indica:

  1. la sintesi vocale, che trasforma un compito di lettura in un compito di ascolto;
  2. il registratore, che consente all’alunno o allo studente di non scrivere gli appunti della lezione;
  3. i programmi di video scrittura con correttore ortografico, che permettono la produzione di testi sufficientemente corretti senza l’affaticamento della rilettura e della contestuale correzione degli errori;
  4. la calcolatrice, che facilita le operazioni di calcolo;
  5. altri strumenti tecnologicamente meno evoluti quali tabelle, formulari, mappe concettuali, etc.

Le misure dispensative

Quanto alle misure dispensative, il docente si accerta di ciò che risulta all’alunno particolarmente difficoltoso e predispone un adeguato Pdp (Piano didattico personalizzato) nel quale si precisi da quali compiti l’alunno è dispensato.

Per esempio – spiega il Ministero – non è utile far leggere a un alunno con dislessia un lungo brano, in quanto l’esercizio, per via del disturbo, non migliora la sua prestazione nella lettura. Rientrano tra le misure dispensative altresì le interrogazioni programmate, l’uso del vocabolario, poter svolgere una prova su un contenuto comunque disciplinarmente significativo, ma ridotto o tempi più lunghi per le verifiche.

Ricordiamo che il Pdp, il Piano didattico personalizzato, è il documento da redigere entro il primo trimestre dell’anno scolastico, quindi entro novembre, con cui le scuole si prendono in carico le problematiche relative ai bambini e ai ragazzi con disturbi specifici di apprendimento.

Necessità di ricorrere all’insegnante di sostegno?

In questi casi è doveroso ricorrere all’insegnante di sostegno? No, i casi descritti non richiedono l’insegnante di sostegno (non necessariamente) in quanto non riguardano condizioni di vera e propria disabilità. Tuttavia, in presenza di casi certificati da una diagnosi, è necessario predisporre il piano didattico personalizzato in quanto ci troviamo in presenza di diagnosi riconosciute e dunque di bisogni educativi speciali (Bes), i quali richiedono interventi educativi speciali.

Il corso

VAI al corso Dsa, strategie di intervento in classe, a cura di Marco Cataniain programma dal 13 dicembre.

Redazione

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