L’anno accademico 2020/21 è partito in questi giorni in tutte le università italiane e vale la pena ricordare che l’accesso agli studi per coloro che hanno la diagnosi di DSA è basato su diverse normative e prevede una serie di passaggi, che consentono successivamente la frequenza e tutelano il regolare proseguimento degli studi.
In ogni ateneo esiste l’ufficio “Servizio per la disabilità e i DSA” e contattarlo, chiedere informazioni e visitarne il sito è sicuramente il primo passo da compiere all’atto dell’immatricolazione, le modalità in cui infatti ciascuna sede universitaria accoglie e offre servizi specifici per studenti con disturbi dell’apprendimento possono essere diverse.
Vediamo qui di seguito cosa fare per accedere ai servizi degli atenei e per partecipare, laddove previste, alle prove di ammissione e/o test di ingresso.
La prima cosa da fare è essere in possesso di una diagnosi clinica che risponda ai criteri della Consensus Conference del 2011, sia completa dei codici nosografici e abbia la dicitura esplicita del disturbo di apprendimento in questione e contenga in chiaro tutte le informazioni utili che facciano emergere i punti di forza e did debolezza del futuro studente universitario.
È bene ricordare che vengono considerate valide e utili solo le diagnosi rilasciate dalle strutture del SSN o dagli enti o professionisti accreditati dalle Regioni. È inoltre molto importante sapere che se la certificazione diagnostica è stata ottenuta dopo i 18 anni, questa resterà valida per tutto il percorso universitario. La Conferenza Nazionale Universitaria dei Delegati per la Disabilità ribadisce, in applicazione della legge 170/2010 che la diagnosi deve essere aggiornata dopo tre anni solo se è stata fatta prima dei 18 anni. Nel documento della Conferenza https://www.unical.it/portale/servizi/disabilita-DSA/rifnormativi/LINEE_GUIDA_CNUD.pdf vengono deliberate delle Linee Guida essenziali per gli studi universitari di persone con disabilità o disturbi dell’apprendimento. Molto importante è anche sapere che nella diagnosi devono essere esplicitate le misure dispensative previste e indicati con chiarezza gli strumenti compensativi.
Per quanto riguarda i Test d’ingresso, introdotti nel 2017 (delD.M. 477 del 28 giugno 2017, il MIUR, con le Linee guida allegate alla nota ministeriale n. 22102 del 3 agosto 2017), gli strumenti compensativi concessi durante i test di ammissione sono diversi rispetto a quelli normalmente concessi durante l’anno accademico: lo studente DSA può usufruire solo del tempo aggiuntivo e calcolatrice non scientifica, il video-ingranditore del testo, e l’affiancamento di un tutor. Vale la pena contattare per tempo i referenti DSA per concordare la modalità in cui verrà svolto il test, per esser certi di avere a disposizione tutte le misure compensative e dispensative necessarie.
Durante l’anno accademico si fa riferimento alle Linee Guida del 2011, al punto 6.7 e alle linee guida CNUDD del 2014, che specificano quale siano le misure dispensative e compensative, le modalità di valutazione e di verifica a tutto ciò che riguarda il percorso universitario.
Misure Compensative: si può chiedere di continuare ad usare gli stessi ausili che erano stati indicati nei precedenti anni di studio, tra cui il registratore digitale, programmi di sintesi vocale, tutore lettore, correttore ortografico, test in formato digitale, tabelle, presentazioni e mappe concettuali.
Misure dispensative: ecco alcune delle indicazioni che possono essere seguite anche in ambito accademico (fonte https://www.aiditalia.org/it/news-ed-eventi/news/dsa-e-universita-normativa-e-consigli-utili)
Allo studente si consiglia di contattare i docenti in vista degli esami per concordare le modalità dell’esame e condividere con loro gli eventuali strumenti da utilizzare. C’è anche l’opportunità di usufruire della mediazione studente-professore, che può avvenire tramite l’aiuto di docenti referenti DSA di area didattica, oppure di un tutor, che si occuperà anche di affiancare lo studente durante gli esami, spiegandogli le parti più complesse, insegnandogli l’uso dei software compensativi e le strategie di studio. È importante contemplare anche il tempo aggiuntivo a cui si ha diritto, il 30%.
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