Il Coordinamento nazionale dei DSGA facenti funzione intende portare all’attenzione della politica e dei sindacati la questione del mancato riconoscimento del servizio prestato in questi anni da centinaia e centinaia di assistenti amministrativi.
Per farlo, il Coordinamento ha deciso di scegliere anche le armi della provocazione e del paradosso.
Il Coordinamento ha predisposto infatti una lettera che i DSGA facenti funzione potranno sottoscrivere e inviare ai Ministri responsabili oltre che ai segretari nazionali del comparto scuola.
Il “ragionamento” su cui si basa la lettera è un po’ paradossale, ma del tutto comprensibile.
Il decreto legge 126, sostiene in sintesi il Coordinamento, ritiene che gli assistenti amministrativi privi di laurea non possano partecipare al concorso previsto dal decreto stesso.
Ma, se è così, chi in questi anni ha svolto tale incarico senza averne i titoli e cioè senza laurea, lo ha fatto in modo del tutto illegittimo.
“E’ di tutta evidenza – scrivono nella lettera DSGA facenti funzione aderenti al Comitato – che, se viene meno la legittimità della posizione ricoperta, risulta, come logica conseguenza, pure inficiata l’attività amministrativa svolta e, in generale, la capacità di assumere, in modo legittimo, responsabilità che non siano quelle previste dal profilo professionale di appartenenza e titolarità, di assistente amministrativo”.
Ma il personale coinvolto non si ferma qui, ma chiede anche all’Amministrazione di avere risposta scritta ad un quesito che appare del tutto dirimente: si tratta infatti di conoscere le determinazioni che l’Amministrazione intende assumere in relazione alla domanda in ordine alla conferma o meno dell’idoneità di ciascun DSGA facente funzione a svolgere legittimamente le funzioni assegnate nell’anno scolastico in corso e in quelli precedenti.
“Quanto sopra – conclude la lettera – onde evitare di esporre l’Amministrazione e l’Istituzione Scolastica al rischio di veder prodotti e formati atti e procedimenti carenti sotto il profilo della legittimità, per il presente come per il passato”.
Un problema in più al quale il Ministero dovrà dare risposta anche per evitare che la questione diventi esplosiva non solo sotto l’aspetto sindacale ma anche sotto il profilo strettamente legale.
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