La cancellazione del divieto ad essere iscritti contemporaneamente a due corsi di laurea passa il primo round della Camera dei deputati. A anche con consensi unanimi: a Montecitorio è passata con 387 voti favorevoli e nessun contrario, la proposta di legge che abolisce un divieto risalente a quasi 90 anni fa, essendo stato introdotto con un Regio decreto del 1933. Adesso il testo è atteso dall’esame del Senato.
Il testo approvato alla Camera prevede che si potranno frequentare due facoltà o due master, anche presso diverse università, scuole o istituti superiori ad ordinamento speciale e istituzioni dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica.
Manuel Tuzi, deputato grillino, parla di “ottimo risultato, ottenuto grazie al M5S” anche “per gli specializzandi in medicina che, durante la formazione, potranno nel frattempo seguire un master o conseguire un dottorato di ricerca”.
Se al Senato, come molto probabile, la legge verrà approvata i via definitiva, l’obiettivo comune è di renderla operativa già a partire dal prossimo anno accademico.
La ministra dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa, parla di “un grande risultato che consente al nostro Paese di fare un salto verso il futuro della formazione universitaria, in linea con il resto del mondo. Un risultato a portata di mano grazie alla determinazione e al lavoro che stiamo portando avanti con il Parlamento che da tempo ha messo al centro questi temi”.
Rossano Sasso, sottosegretario leghista del ministero dell’Istruzione, parla di “un provvedimento atteso da decenni, che cancella un vincolo profondamente ingiusto e fuori dal tempo. L’Italia, finalmente, si allinea agli altri grandi Paesi europei e rende accessibile a tutti gli studenti quello che prima era un privilegio esclusivo di chi poteva pagarsi gli studi all’estero”.
Anche secondo Vittoria Casa, presidente grillina della commissione Cultura a Montecitorio, il testo approvato permette di procedere verso la “modernizzazione di un sistema – quello universitario – che deve ancora fare molta strada per essere all’altezza delle nuove necessità formative e dei migliori standard europei”.
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