Due docenti, due comportamenti, due professionalità, opposta sensibilità.
Anche questa è la scuola italiana.
Il primo, Niccolò Pagani, che ha lasciato un quiz televisivo per tornare con i suoi ragazzi: “ogni mattina in prima linea nella missione dell’educazione e dell’onestà. Dimostrando ai giovani che la gentilezza vince sulla violenza, la cultura sull’ignoranza, il sorriso sulla rabbia, l’ironia sull’odio”.
Il secondo, che preferisco non citare, che si è permesso di scrivere in questo modo ai suoi studenti: “Cari studenti, se becco qualcuno di voi alla manifestazione delle “sardine”, da martedì cambiate aria: nelle mie materie renderò la vostra vita un inferno. Vedrete il 6 con il binocolo e passerete la prossima estate sui libri. Di idioti in classe non ne voglio”.
Immagino lo sconcerto di tutti a leggere queste ultime parole.
Vorrei rassicurare tutti: i docenti come Niccolò solo la stragrande e stragrande maggioranza, mentre i docenti che minacciano, come nel secondo caso, sono, per fortuna, rari.
Spetta ai presidi garantisce libertà, equilibrio, senso del servizio.
Non solo, vorrei anche confermare che le nostre scuole sono la casa di tutti, luogo della libera ricerca, del libero confronto. E noi tutti, cioè presidi, docenti e personale, siamo al servizio dei ragazzi sapendo quanto prescrivono i principi costituzionali.
Inconcepibile, dunque, che un docente riduca e mortifichi la cultura ad ideologia di parte.
Che cos’è in fondo la cultura?
Non si tratta di possedere poche o tante informazioni, nozioni, titoli di studio, CV lunghi chilometri, incarichi prestigiosi, ma di imparare a domandare e a domandarsi il senso, il valore ma anche il limite delle cose, delle stesse informazioni, di se stessi.
La cultura passa attraverso le conoscenze, ma va oltre le conoscenze, le capacità, i talenti, le competenze.
È un domandare sempre oltre, per maturare capacità di risposte aperte, oltre le barriere, i muri, i pregiudizi, gli slogan. La cultura, per questo, si impara, e si impara da tutti.
Auguro a tutti di incrociare, nella propria vita scolastica, docenti come Niccolò, veri maestri di vita, prima che specialisti di una disciplina.
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