L’insegnamento della lingua inglese fin dalla prima elementare è l’unica novità importante che caratterizzerà l’avvio della riforma nella scuola di base: il fatto sembra ormai certo ed è anche comprensibile, dal momento che non più tardi di un mese fa (il 24 luglio per la precisione) l’Italia ha sottoscritto a Bruxelles con gli altri Paesi dell’Unione Europea il Piano d’azione Promuovere l’apprendimento delle lingue e la diversità linguistica.
Punto forte del Piano è l’introduzione fin dai primi anni di scuola di almeno due lingue straniere; e – per raggiungere questo obiettivo – i Paesi dell’Unione si dicono disposti a mettere mano al portafoglio.
E’ forse anche per questo motivo che sull’organico di fatto per la lingua inglese nelle elementari neppure il ministro Tremonti se l’è sentita di obiettare più di tanto e ha dato il via libera alla assunzione di un migliaio di docenti specialisti.
I motivi che inducono l’Unione europea a mettere in primo piano la questione dell’apprendimento delle lingue sono più che comprensibili: fra non molto, infatti, l’Europa procederà al più grande allargamento della sua storia, in quanto con l’ingresso di alcuni importanti Paesi dell’Est (Polonia, Slovenia e Ungheria fra gli altri) la popolazione dell’Unione passerà dagli attuali 370milioni di abitanti ai 450 milioni. Sarà quindi più importante che mai che i cittadini abbiano le capacità necessarie per capire i loro vicini e comunicare con loro.
Il piano d’azione individua tre vasti settori nei quali i Paesi membri si impegnano ad adottare misure adeguate: estensione a tutti i cittadini dei vantaggi della formazione linguistica lungo tutto l’arco della vita, miglioramento dell’insegnamento delle lingue e creazione di un ambiente più favorevole alle lingue.
In questi ultimi anni l’Unione si è impegnata molto in questo settore: i programmi Socrates e Leonardo da Vinci, per esempio, hanno potuto contare su un investimento medio di oltre 30 milioni di euro all’anno in azioni specificamente finalizzate all’apprendimento delle lingue.
Nel triennio 2000/2002 il programma Socrates ha finanziato più di 1600 progetti ai quali hanno preso parte 58.500 allievi e 6.500 insegnanti; sono stati attivati anche 38 partenariati e 12 progetti di cooperazione per promuovere l’insegnamento delle lingue agli adulti.
Nello stesso periodo, nel quadro del programma Leonardo da Vinci sono state finanziate tra le altre attività 56 progetti per l’apprendimento delle lingue per la formazione professionale e sul lavoro e più di 120mila tirocini, scambi e visite di studio all’estero per personale in formazione.
Su questa strada l’Unione europea intende proseguire, ma l’impegno maggiore riguarda certamente l’insegnamento delle lingue straniere fin dai primi anni di scuola che però chiama in causa direttamente i singoli Governi e i singoli Ministri dell’Istruzione.
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