Duecento giorni di lezione all’anno? Possono bastarne meno

I chiarimenti in materia di validità dell’anno scolastico forniti in Commissione Cultura dal Governo non bastano per nulla all’onorevole Mara Carocci del PD che aveva posto la questione nelle settimane scorse.
Il problema posto dalla Carocci era molto semplice: come garantire la validità dell’anno scolastico quando le lezioni vengono sospese per un consistente numero di giorni a causa di eventi climatici o per altre calamità naturali?  
Il sottosegretario Toccafondi ha risposto in modo molto formale e asettico ricordando che l’art. 74 del TU del 1994 prevede che l’anno scolastico debba comprendere almeno 200 giorni di lezione.
Tuttavia, ha precisato Toccafondi, con una nota del 22 febbraio 2012 il Miur aveva stabilito che l’anno scolastico resta valido anche se, per cause di forza maggiore, consistenti in eventi non prevedibili né programmabili, i giorni di lezione scendono al di sotto dei 200 giorni in conseguenza di ordinanze sindacali di chiusura delle scuole. 
In sede di replica la Carocci si dichiara del tutto insoddisfatta della risposta sottolineando che Toccafondi si è richiamato ad una circolare del MIUR che “non avendo natura legislativa, non è idonea a risolvere i concreti problemi che si sono determinati a causa della sospensione forzata, per numerosi giorni, dell’attività scolastica, la quale potrebbe subire ulteriori interruzioni a causa di eventuali nuovi fenomeni naturali di eccezionale rilevanza o di utilizzazione degli edifici scolastici quali sedi elettorali”.
Oltretutto, ha aggiunto la parlamentare del PD, per i docenti non è prevista contrattualmente la possibilità di essere presenti durante la sospensione delle attività didattiche e neppure  successivamente le lezioni perse
Insomma, secondo Carocci, sarebbe necessario un intervento di carattere normativo. Oltretutto va anche osservato che quella del 22 febbraio 2012 non è che una semplice nota: la questione non è di poco conto perché sulle circolari vere e proprie sono previsti controlli da parte della Corte dei Conti. Siamo proprio sicuri che se si fosse trattato di una circolare e non di una nota il provvedimento avrebbe superato il controllo?  

Reginaldo Palermo

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