Politica scolastica

Duemila posti in più: per tempo pieno vero o per orari “assurdi”?

In zona Cesarini la Commissione Bilancio della Camera approva l’emendamento sul tempo pieno e il vicepresidente Luigi Di Maio si lascia andare dichiarazioni a dir poco entusiastiche: “Ieri sera nella legge di bilancio è stato finanziato il tempo pieno in tutte le scuole elementari, è una promessa mantenuta”.
Sulla stessa lunghezza d’onda si esprimono anche altri parlamentari del M5S.

Entusiasmo di Luigi Di Maio

“Tutti coloro che vorranno – aggiunge Di Maio – potranno aderire al tempo pieno che ci sarà in tutte le scuole elementari e che ci consentirà l’assunzione di 2000 nuovi insegnanti e in parte il rientro dei cosiddetti ‘deportati della buona scuola’ che erano stati sparati con un algoritmo in tutta Italia, spesso lontani dalle loro famiglie”.

In realtà le cose non stanno proprio come racconta il Ministro del Lavoro, per diversi motivi.
Intanto, i posti istituiti sono 2mila e non sono certamente sufficienti per attivare il tempo pieno in tutte le scuole del sud (ne servirebbe almeno 40mila in tutta Italia, di cui 20mila al sud)
Senza considerare che per attivare il tempo pieno ci vorranno anche misure a carico degli enti locali, mense in primo luogo e non sarà niente affatto facile allestire i servizi necessari prima del prossimo settembre.

Cosa accadde con i moduli negli anni ’90

A meno che non si ripetano vicende già accadute negli anni ’90 quando venne approvata la legge 148 che istituiva i cosiddetti “moduli” (3 insegnanti ogni due classi).
La legge stabiliva che grazie all’ulteriore organico le classi avrebbero potuto funzionare anche per 2-3 pomeriggi settimanali.
In molte province italiane, però, i rientri pomeridiani non si fecero mai e i posti in più vennero utilizzati per creare compresenza dei docenti in classi che funzionavano fino alle 13,30 (e alle volte anche fino alle 14): in concreto a partire dai primi anni 90 e fino alla “riforma Gelmini” del 2009 in molte classi di scuola primaria venne attivato un orario di 5-6 ore consecutive tutte in orario antimeridiano e di dubbia “salubrità” per i bambini.

Rientro dei docenti assunti al nord: un bel sogno

Quanto poi all’ipotesi che con questi 2mila posti si potrà risolvere il problema del rientro al sud dei docenti assunti con il piano straordinario della legge 107, sarà tutto da verificare, non foss’altro perché i posti riguardano solamente la scuola primaria mentre fra gli assunti al nord che ambiscono a rientrare nelle province del sud ci sono anche docenti di scuola dell’infanzia e di scuola secondaria.

E, per concludere, c’è anche un aspetto da chiarire: il piano per l’estensione del tempo dovrà essere definito con un decreto ministeriale e non è scontato che i sindacati siano d’accordo sulla decisione di assegnare tutti i 2mila posti alle regioni del sud.

 

Reginaldo Palermo

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