"Qui si mette in discussione il diritto allo studio di un gran numero di studenti": è questo il grido d’allarme che la Cgilscuola lancia a proposito di un elenco di 2000 scuole che, secondo il Ministero, sarebbero in qualche misura sottodimensionate.
L’elenco risale ormai al mese di luglio, ma le polemiche continuano ancora.
Ma con quale criterio è stata redatta la lista? La regola è puramente matematica, dal momento che si tratta di tutte le scuole in cui il rapporto alunni/insegnanti è inferiore a 9,50: più di 700 sono istituti comprensivi, 110 i circoli didattici e 133 le scuole medie inferiori; numerosi anche gli istituti tecnici industriali (231) e gli istituti superiori (326); e non mancano gli istituti professionali, i licei classici e gli istituti d’arte.
Come s’è detto l’iniziativa del Ministero ha scatenato le reazioni della Cgilscuola secondo la quale le vere intenzioni del ministro Moratti e dell’intero Governo sono più che chiare. "Insistere, creando consensi esterni alla scuola, sul fatto che per la scuola (ovviamente quella pubblica!!!) si spende troppo e che bisogna tagliare".
Ma – secondo il sindacato di Enrico Panini – ci sarebbero anche intenzioni recondite, come quella legata ad un vero e proprio blocco dell’applicazione del Decreto 112 del 1998, quello che trasferiva agli enti Locali le competenze relative al dimensionamento scolastico.
"Niente di tutto questo – ribadiscono dal Ministero – le 2000 scuole dell’elenco sono semplicemente quelle che hanno un rapporto alunni/insegnanti al di sotto della media nazionale. E poi, in ogni caso, devono essere i direttori regionali ad esaminare le singole situazioni per rendersi conto dei bisogni reali delle scuole".
"In realtà – fanno sapere ancora dal Ministero – non si è mai parlato di dimensionamento quanto piuttosto di riparametrazione di organico per i prossimi anni. Il monitoraggio dovrà servire soprattutto anche per approntare strumenti più efficaci per la definizione degli organici".
E che qualche correttivo vada individuato in fretta è fuori discussione: nell’elenco delle 2000 scuole non mancano casi davvero paradossali, come quello di un istituto comprensivo della provincia di Potenza in cui si conta un insegnante ogni 3 alunni o come quello di due istituti tecnici di due città di provincia del nord Italia in cui il rapporto alunni/insegnanti è uguale a 6.
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