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Durante le catastrofi naturali il gioco non solo salva la vita dei bambini, ma pensa al loro futuro

A seguito del terremoto di sabato che ha colpito la regione di Sichuan, in Cina, Plan si è già attivata con un piano di emergenza, nonostante l’area non sia sede di programma: dall’ufficio di Plan a Beijing sono stati inviati generi di prima necessità per supportare 7.000 bambini colpiti, adatti proprio alle loro esigenze, tra cui più di 4.000 casse con prodotti igienici, 2.600 contenitori studiati per le necessità delle bambine, 4.000 guide sul terremoto per bambini e 1.500 magliette; sono state anche inviate 33 tende per creare ripari temporanei. Attualmente nell’area dove c’è stato l’epicentro del terremoto, il governo permette solo l’accesso ai militari e a generi di prima necessità; nessuna organizzazione può accedervi a eccezione di One Foundation, Plan sta negoziando per entrare nell’area il prima possibile.
Dopo una calamità naturale, come il terremoto, è fondamentale permettere ai bambini di giocare: con una canzone, un giocattolo o una fiaba è molto più semplice tenere desta la loro attenzione su messaggi importanti quali la salute e l’igiene e ciò permette ai bambini di riprendersi più facilmente.
Per esempio dopo lo tsunami del 2004 e il terremoto del 2006 in Yogyakarta, Plan Indonesia costatò che il disegnare permetteva ai bambini di esprimere i proprio sentimenti e di sviluppare l’immaginazione, determinando uno sviluppo sociale, intellettuale ed emotivo basilare per una successiva istruzione.
Giocare non solo è importante per la vita di un bambino in condizioni normali, perché con esso il bambino esplora il mondo che lo circonda” – sottolinea Tiziana Fattori, direttore nazionale di Plan Italia – “ma nelle situazioni di emergenza aiuta i piccoli a non riflettere troppo su quanto è capitato loro; molti bambini perdono i loro giocattoli durante i terremoti e Plan insegna alle popolazione come realizzarne da semplici materiali disponibili sul posto”.Incontrare le necessità dei bambini è la priorità principale nei piani di emergenze in quanto, durante i terremoti, le catastrofi dovute all’uomo o i conflitti, i bambini sono i più esposti a rischi sia a breve sia a lungo termine; in particolare le bambine che, in condizioni normali, in molte società sono le più discriminate e durante le calamità rischiano ancora di più. Plan, in uno studio unico nel settore sulle cure dei bambini dagli zero agli 8 anni durante le emergenze, sottolinea che in questi anni in cui si creano le basi per uno sviluppo armonico: senza una buona alimentazione nei primi 1.000 giorni dopo il concepimento lo sviluppo del cervello di un bambino e la sua crescita possono essere gravemente compromessi: un ridotto sviluppo delle connessioni cerebrali porta a minori capacità a scuola e nella vita, condizioni di forte stress e scarse difese immunitarie aumentano la morte per malattie comuni e creano difficoltà a livello psicologico sul lungo periodo (i bambini sotto i cinque anni che vivono in un’area nelle in via di sviluppo in fase di emergenza hanno doppia probabilità di morire rispetto a coloro che vivono nel stesso Paese in condizioni normali). Inoltre i bambini tra gli 0-8 anni sono estremamente dipendenti dai genitori che spesso a causa di un terremoto sono sotto stress e non riescono a prendersi cura dei propri figli: per esempio le madri che allattano, non ne sono più in grado, si genera, quindi, uno stress “tossico”, ovvero una condizione causata da un lungo stato di avversità in assenza di aiuto da parte dei genitori e familiari. I bambini che vivono i disastri sono facilmente soggetti a questo tipo di stress e hanno più probabilità di andare a scuola tardi, sviluppare comportamenti aggressivi, avere uno scarso rendimento a scuola e sul lavoro, soffrire di salute cagionevole e di disturbi mentali.
Gli interventi di Plan nelle aree di emergenza possono durare da 3 mesi a un anno, in base alla gravità della situazione; si agisce creando degli spazi per i bambini, promuovendo la registrazione delle nascite, introducendo giochi e giocattoli fatti con materiali del posto, fornendo kit per l’igiene alle famiglie e materiali per l’apprendimento dei bambini, come i libri; vengono forniti: supporto psicologico, formazione dei genitori, familiari e degli insegnanti su come ridurre i rischi determinati dallo stato di emergenza.
 
 
 
Redazione

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