Quello dell’organico dell’autonomia è stato davvero un bel “giochetto” che il Governo ha lanciato agli inizi di giugno e al quale in molti avevano “abboccato”; ma adesso tutto è chiaro: a partire dal prossimo settembre non solo non ci sarà l’organico dell’autonomia ma addirittura l’organico di fatto potrebbe essere inadeguato rispetto alle esigenze minime delle scuole.
Come si ricorderà, ai primi di giugno, quando sembrava che il ddl potesse essere approvato nei giorni successivi, il Miur aveva radunato i direttori regionali per spiegare il meccanismo dell’organico dell’autonomia.
Alcuni USR avevano allertato i dirigenti scolastici, consigliando di iniziare a predisporre il piano di richieste; le proteste dei sindacati erano state immediate: “Fino a quando la legge non è approvata non si può deliberare nulla”. Gli USR che erano andati in avanscoperta ritirarono subito il suggerimento e i sindacati non persero occasione per gridare vittoria.
Già allora, però, avevamo dato una interpretazione diversa che i fatti recenti rendono ancora più plausibile: in realtà il Ministero sapeva benissimo che se le scuole avessero davvero predisposto i propri piani di intervento si sarebbero innescate aspettative anche importanti. E allora molto meglio evitare di correre rischi e fare una finta “marcia indietro”.
Ma adesso il gioco è stato svelato: a settembre l’organico non sarà potenziato, ma, al contrario, depotenziato e insufficiente, tanto che, quasi certamente, non ci sarà neppure la possibilità di garantire gli esoneri dei vicepresidi.
Il tutto con un vantaggio per il Governo che potrà sempre dire che se le scuole avessero iniziato a fare le proprie proposte, adesso si potrebbe già lavorare all’organico dell’autonomia.
Forse la nostra analisi è troppo cinica, ma le vicende di questi mesi non ci spingono in una direzione diversa.
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