Domenica 27 dicembre si svolge il Vax Day: come voluto dall’Europa, rappresenta la data simbolica per l’avvio delle vaccinazioni anti-Covid.
Le prime 9.750 dosi del farmaco sono giunte in Italia nel giorno di Natale: il progetto del governo è che vengano somministrate, proprio a partire dal 27 dicembre, a operatori sanitari, personale e ospiti delle Rsa.
Le fiale del vaccino sono arrivate all’ospedale Spallanzani di Roma dopo essere stata fabbricata della casa farmaceutica Pfizer in Belgio: sono state collocate in celle frigorifere in grado di mantenere una temperatura di -75 gradi.
Una parte di esse è stata caricata in contenitori termici a bordo dei mezzi dell’Esercito e consegnata in tutti i punti di somministrazione entro i 300 chilometri da Roma mentre le dosi destinate alle regioni più distanti sono consegnate dall’aeroporto militare di Pratica di Mare con cinque aerei nel resto d’Italia.
“Intravediamo il primo spiraglio di luce dopo una lunga notte”, ha detto il Commissario per l’Emergenza Domenico Arcuri parlando di un giorno “simbolico ed emozionante”.
E ancora: “Siamo convinti che i cittadini comprenderanno l’importanza di questo momento”, ha detto ancora il commissario auspicando che la stragrande maggioranza degli italiani scelga di vaccinarsi.
A riceverne il maggior numero è la Lombardia, la regione più colpita dalla pandemia e anche questo è un altro simbolo di una giornata che sarà uguale per tutta l’Europa: ha avuto 1.620 dosi suddivise in 324 fiale. Subito dopo c’è l’Emilia Romagna, che ha ricevuto 975 dosi, il Lazio (955), il Piemonte (910) e il Veneto (875), la regione che invece è più in difficoltà in questa seconda fase.
Coinvolti nel Lazio 955 operatori – “Domenica V-day. Si parte dall’istituto Spallanzani.
Nel Lazio risultano coinvolti 955 operatori sanitari, 280 nelle provincie, 560 a Roma, 115 tra le unità mobili Uscar e l’Ares”. Le Asl e le aziende ospedaliere partiranno nei due giorni a seguire.
Sulle categorie che avranno la possibilità di vedersi somministrare il vaccino in via prioritaria figurano i medici, infermieri e tutti gli operatori in campo sanitario. Contemporaneamente, si vaccineranno dipendenti e ospiti delle Rsa.
Poi, quando arriveranno quantità di dosi in numero massiccio (in primavera), toccherà alle altre categorie.
E siccome l’arrivo garantito, al momento, è di “sole” 470 mila dosi a settimana, viene da sé che serviranno alcuni mesi prima di procedere con le altre categorie. Tra l’altro, va ricordato che i docenti figurano tra quelli che verranno vaccinati in seconda battuta, ma comunque in via sempre prioritaria.
All’interno del documento ministeriale del 12 dicembre leggiamo che “con l’aumento delle dosi di vaccino si inizierà a sottoporre a vaccinazione le altre categorie di popolazioni, fra le quali quelle appartenenti ai servizi essenziali, quali anzitutto gli insegnanti ed il personale scolastico, le forze dell’ordine, il personale delle carceri e dei luoghi di comunità, etc.”.
Come abbiamo già scritto, la maggior parte di docenti potrebbero essere vaccinati da luglio a settembre, con un anticipo a partire da aprile e maggio ma solo per i docenti fragili.
Non tutti gli insegnanti, tuttavia, sembrano convinti di vaccinarsi: in base ad un recente sondaggio della Tecnica della Scuola, al quale hanno partecipato 2.600 lettori, in prevalenza docenti, circa il 40% ha detto che non ha intenzione di fare il vaccino.
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