Mancano i supplenti e l’organico potenziato non c’è, per cui i bambini vengono divisi nelle classi e le segreterie chiudono un occhio sui titoli pur di avere sostituti degli insegnanti.
Lo scrive Il Corriere della Sera secondo il quale al Nord, nelle scuole primarie, le tre fasce delle graduatorie di istituto sono esaurite. In provincia di Torino le segreterie di molte scuole stanno impazzendo: quando va bene, il sostituto arriva dopo venti giorni. A Ravenna, dopo che i bambini di molte classi sono stati smistati per giorni in altre aule, è partita una petizione dei genitori corredata da 1600 firme. E’ caccia ai supplenti in tutta Italia, soprattutto al Nord, dove «si stanno verificando situazioni gravi e preoccupanti» a causa della Buona scuola.
Gli insegnanti assunti al Nord virtualmente sul potenziamento hanno preferito continuare le proprie supplenze lunghe al Sud piuttosto che trasferirsi a metà anno, e rinviare al prossimo anno la scelta definitiva. Col risultato che tante scuole non hanno a disposizione quegli insegnanti «di scorta» utilizzabili per le emergenze. E le segreterie devono quindi ricorrere ai lunghi elenchi di docenti a disposizione sperando, attraverso centinaia di telefonate, di trovarne qualcuno disposto a coprire quel buco di 2- 3, 5 settimane. E non si tratta del consueto caos di inizio anno, ma di un problema critico nato dai tagli che la Buona scuola ha provato a dare alla supplentite: un tentativo fallito, visto che di supplenti ce ne sono ancora migliaia nelle scuole, ma non dove servono per le improvvise malattie o assenza degli insegnanti titolari di cattedra.
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In molte scuole, per risparmiare sui costi dei supplenti, non si chiama nessuno prima dei venti giorni, lasciando che i bambini vengano divisi tra le classi pur di non dover aggravare i propri bilanci. In altre, quando non si riesce a trovare un supplente, si chiude un occhio anche sull’abilitazione o sulla specializzazione dell’insegnante, pur di averne uno. I supplenti per alcune materie sono scomparsi, e allora le segreterie ricorrono al passa parola, ai neolaureati, alle maestre che si sono iscritte all’università per prendere la laurea.
E c’è chi lancia, riporta il Corriere, appelli agli amici rimasti al Sud pur di trovare supplenti, mentre chi sta effettuando una supplenza breve, cerca di scappare per prenderne una lunga senza incorrere in sanzioni. Stessa cosa che succede la prima volta che un supplente rifiuta una supplenza , può farlo senza subire penalizzazioni. E così le scuole continuano a ricevere rifiuti, e si arrangiano con le ore residuali di compresenza, o si accontentano di insegnanti che non hanno titolo.