E’ carenza presidi: a settembre 1.500 istituti in “reggenza”
Da settembre una fetta sempre più grande di istituti scolastici non avranno il loro dirigente scolastico: il dato non è di poco conto, perché complessivamente si tratta del 10-15% di scuole, con punte in Lombardia che sfiorano il 25%. Sono i casi crescenti in cui il capo d’istituto sarà un “reggente”, il dirigente scolastico titolare di una scuola limitrofa o similare. La preoccupante stima è stata realizzata nei giorni scorsi dal sindacato Anp, che ha sottolineato come in un solo anno il numero di scuole prive di preside si sia quinti plicato: da 300 a 1.500. Senza entrare nel merito dei motivi (in parte comunque riconducibili alla fuga verso la pensione derivante dalle penalizzazioni contenute nella Finanziaria 2010 per chi se ne andrà nel triennio 2011-2013), nella “calma piatta” dei giorni a cavallo di Ferragosto la notizia è stata ripresa dalle agenzie di stampa. E da un quotidiano nazionale, che proprio nel giorno di Ferragosto gli ha dedicato un lungo articolo.
“Quest’anno – ha scritto “Il Messaggero” – il 15% degli istituti scolastici finirà in mano ad un dirigente che ha già una sua sede. (…) Il che comporta meno tempo a disposizione di prof, segretari, bidelli e genitori. In una scuola che gestisce situazioni sempre più complesse e in cui le risorse sono minime e vanno spese al meglio, avere un preside part-time non è il massimo. Eppure record di queste situazioni si registrerà in Lombardia dove sono oltre 300 le reggenze che dovranno essere assegnate. L’Ufficio scolastico è già al lavoro. Nel Lazio saranno 110, in Veneto 90 così come in Piemonte”. Nelle passate settimane gli Uffici scolastici regionali, responsabili dell’abbinamento istituti-presidi, hanno avuto non poche difficoltà a sistemare tutte le scuole prive di titolare. La maggior parte dei casi, comunque, i reggenti sarebbero già stati individuati. E convinti ad accettare l’incarico. Per alcune sedi residue rimangono gli ultimi giorni di agosto.
Il problema, rispetto a qualche anno fa, è che l’Usr non può nemmeno ricorrere a docenti – in genere vicari storici – prestati al ruolo di dirigente annuale: la Legge lo vieta dal 2007. Per cui non si può ricorrere che alle graduatorie. Le quali, come noto, nella maggior parte delle regioni del Nord sono esaurite da tempo. Ricordate, a tal proposito, la polemica dello scorso anno per la presunta emigrazione dei dirigenti vincitori di concorso originari del Sud che avrebbero dovuto prendere servizio al Nord dove vi sono la gran parte di sedi scoperte? I tempi sono però cambiati: ora l’emergenza non appare più locale, ma nazionale.
Anche perché l’ultimo concorso nazionale, suddiviso poi in tanti regionali, è stato bandito nel 2004. Ora, a distanza di sei anni, sembra che finalmente verrà bandito il nuovo. Come al solito, almeno quando si tratta di scuola, l’ultima parola spetterà però al ministero dell’Economia. Il numero di posti già è stato definito (2.800) e dal Miur promettono che la pubblicazione avverrà entro il 2010. Anche i requisiti rimarranno immutati: potranno accedere tutti i docenti laureati ed immessi in ruolo da almeno cinque anni. Comunque vada, almeno per il prossimo anno scolastico però non ci sono alternative: l’assegnazione delle sede vacanti andranno ai reggenti, sempre meno legati alla didattica e più al ruolo di manager. Dirigenti scolastici che per indennità minime, a volte vicino allo zero, si ritroveranno una sede scolastica in più da gestire: che tradotto in termini pratici significa supervisionare migliaia di studenti, con le rispettive famiglie, e centinaia di unità di personale, tra docenti e Ata. Con tutto il carico che ne consegue: circolari, organici, pagamenti, contrattazioni, ecc. Una mole di lavoro aggiuntiva di cui sicuramente avrebbero fatto volentieri a meno.