Le prime mosse del nuovo ministro Valeria Fedeli saranno decisive e determinanti: da esse protebbe dipendere la possibilità di ricucire un minimo di rapporto con il mondo della scuola.
E siccome il tempo a disposizione è tutto sommato piuttosto ridotto bisogna che il Ministro presti molta attenzione all’agenda dei lavori (agenda peraltro fittissima e molto complicata).
Detto in estrema sintesi, il nuovo Ministro ha di fronte a sé due strade: mettersi a lavorare su tutto (con il rischio di trascinare tutti i problemi per settimane e mesi senza quindi dare qualche risposta immediata ai docenti) oppure individuare un paio di questioni chiave che possano dare un segnale chiaro al mondo della scuola.
E se la strada fosse proprio questa il Ministro dovrebbe decidere su cosa focalizzare il proprio intervento facendo un accurato esame del rapporto fra costi e benefici; nel concreto dovrebbe individuare qualcosa che “costi” relativamente poco in termini politici ed economici ma che consenta al tempo stesso di ottenere subito qualche risultato concreto (non dimentichiamo che il tempo che il Ministro avrà a disposizione sarà davvero molto poco anche nella migliore delle ipotesi).
E allora è molto probabile che gli interventi si possano concentrare proprio sulle questioni che politico-sindacali che hanno creato i maggiori dissensi.
Il primo totem a saltare potrebbe essere quello del bonus premiale per i docenti: è possibile che per farlo rientrare nelle materie oggetto di contrattazione fra ds e rsu non sia neppure necessario modificare le disposizioni della legge 107.
Più complessa appare la questione della chiamata diretta dagli albi territoriali perchè su questo punto la legge 107 è piuttosto chiara e stringente; ma è però possibile far ripartire la trattativa sulla mobilità con la “promessa” di ritoccare (non a stravolgere) quanto prima la legge 107, utilizzando magari un decreto legge da approvare nell’arco di un paio di mesi.
D’altronde, accettando l’incarico, Valeria Fedeli ha certamente posto qualche condizione anche per non bruciare se stessa e il sindacato di provenienza: se l’operazione “ritocco della 107” non andasse in porto sarebbe una sconfitta anche per la Cgil e certamente il Ministro non ha l’intenzione di mettere in difficoltà il suo ex sindacato.
Diciamo insomma, che le condizioni per qualche ritocco (leggero ma no sostanziale) della legge 107 ci sono tutte. Si tratta ora di capire se i sindacati del comparto si accontenteranno di qualche modifica o se -nel timore di perdere consensi rispetto ai sindacati di base – pretenderanno una revisione radicale della legge: in questo caso l’operazione potrebbe fallire, ma il Ministro potrebbe pur sempre dire di avercela messa tutta e di non essere riuscita a raggiungere l’obiettivo a causa della indisponibilità della controparte (non dimentichiamo che, Valeria Fedeli di contratti ne ha fatti più di uno e quindi un po’ di esperienza ce l’ha in ogni caso).