Il 58% degli studenti che escono dagli esami di Stato già sa cosa farà: il 66% dei più decisi si iscriverà ad una facoltà, soprattutto di ambito medico-sanitario. Ma chi esce dai tecnici e dai professionali naviga ancora al buio.
Secondo una ricerca fatta da Skuola.net su 3500 ragazzi che hanno sostenuto gli esami sembra che la schiera degli indecisi scenda sotto quota 50%; infatti, circa 6 “maturi” su 10 – il 58% – dichiarano di aver scelto cosa fare da settembre in poi. In media, il 66% di chi ha già le idee chiare andrà dritto verso l’immatricolazione, con un picco del 78% tra i liceali (per i quali l’università è uno sbocco quasi naturale).
Nei tecnici, ad esempio, 1 su 2 non sa ancora bene cosa fare; nei professionali il tasso di indecisione schizza al 64% (in pratica 2 su 3 sono in alto mare). Il motivo di tanto disorientamento? La variabile, anche qui, pare essere l’università: tra gli studenti dei professionali appena 1 su 3 probabilmente cercherà di laurearsi (proprio quel terzo che sa già cosa farà: una coincidenza?). Stesso discorso per i ragazzi dei tecnici: la metà è indecisa? L’altra metà (51%) si iscriverà all’università.
La parte del leone la fanno i corsi di area medico-sanitaria: 1 su 4 – il 25% – vorrebbe iscriversi a medicina, odontoiatria, veterinaria o ad una delle lauree per le professioni sanitarie. Subito dietro (14%) troviamo chi ha scelto di provare la strada di Ingegneria o di Informatica. Resiste uno zoccolo duro (14%) di aspiranti umanisti (lettere, filosofia, ecc.) o di chi vorrebbe laurearsi in lingue. Molto indietro tutte le altre facoltà tradizionali: ad esempio, economia raccoglie il 9% dei consensi, le scienze naturali il 7%, architettura e giurisprudenza il 6%.
Calano, rispetto al recente passato, quelli che cercheranno subito lavoro: sono appena l’11%, forse perché sanno che senza un’adeguata formazione è difficile trovare una buona occupazione. Ad alzare la media, in questo caso, sono quei diplomati che provengono da indirizzi dall’approccio meno teorico e più pratico: tra i ragazzi dei ‘tecnici’ il dato sale 20%, tra quelli dei professionali al 21%. Un’altra opzione dalle quotazioni elevate (9%) è quella di andare all’estero per studiare o per lavorare. Il 6%, invece, è pronto a prendersi un anno sabbatico per riflettere e non fare scelte di cui potrebbe successivamente pentirsi. Poco gettonati (4%) i corsi di formazione non universitari (ITS, corsi regionali, ecc.).
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