È giusto che gli alunni intonino ‘Bella ciao’ a scuola?
Può la canzone ‘Bella ciao’ configurarsi come un inno di partito? Ma soprattutto, è lecito far cantare le note più care ai partigiani italiani della seconda guerra mondiale a degli alunni di una scuola primaria? A chiederselo sono in queste ore i cittadini di Pescara, dove il l sindaco, Luigi Albore Mascia, ha fortemente criticato la manifestazione promossa da Cgil e Anpi, lo scorso 25 aprile, in una scuola primaria della città per celebrare la Liberazione.
Il primo cittadino della città abruzzese ritiene ‘Bella ciao’ una canzone che ha “chiaramente un marchio politico” e durante i lavori del Consiglio comunale scoppia il caos in aula, con i consiglieri di opposizione che intonano il canto e chiedono una seduta straordinaria dell’assemblea affinché il primo cittadino faccia chiarezza. Nei giorni scorsi Mascia aveva anche inviato una lettera di disappunto alla dirigente della scuola “11 febbraio 1944” – l’istituto sorge nello stesso luogo in cui, l’11 febbraio del 1944, nove partigiani furono fucilati dai tedeschi su delazione dei fascisti -, sottolineando che i bambini sono stati “resi partecipi e protagonisti involontari in canzoni che hanno chiaramente un marchio politico” e criticando il fatto che i ragazzini abbiano intonato una versione rivisitata dell’Inno di Mameli, “quasi fossimo a un karaoke”. Gli alunni della scuola, infatti, nel corso della manifestazione avevano cantato il brano “Bambini d’Italia”, versione rielaborata dal commediografo Marco Bricco, che sulle note dell’Inno originale ha inserito un testo lodato anche dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Durissima la reazione dell’opposizione che, dopo aver interrotto il Consiglio comunale, definiscono “grave” l’azione del sindaco ed esprimono solidarietà alla scuola, “in difesa della libertà e della autonomia scolastica e dei valori dell’antifascismo e della Resistenza”.
Per il capogruppo di Fli, Massimiliano Pignoli, “se il primo cittadino non invierà immediatamente una lettera di scuse farebbe bene a dimettersi”. Duro anche il giudizio del segretario cittadino del Pd, Stefano Casciano: con quelle parole il sindaco Mascia “offende quanti hanno perso la vita per liberare l’Italia dal fascismo” e “conferma la sua ignoranza storico-politica quando si parla di Resistenza”.
Non vogliamo entrare nel merito. Ogni lettore potrà dare il suo giudizio. Un dubbio però sorge spontaneo: non sarebbe stato meglio intonare le note della canzone in altri luoghi pubblici, evitando che dei bambini fossero protagonisti involontari di queste diatribe sicuramente per loro tutt’altro che formative?