In una scuola di Roma, agli alunni di 7-8 anni, divisi per gruppi, viene messo a disposizione un pc, per esercitarli all’uso del web, delle nuove tecnologie, al grande mondo multimediale. Senonché ad alcuni bambini viene in mente di digitare la parola “sesso” e dentro lo schermo si apre il mondo dei canali pornografici.
Sicuramente se ci fosse stato un filtro per la ricerca non sarebbero riusciti a vedere materiale pornografico e, addirittura, come riferito poi da alcuni di questi piccoli studenti immagini fetish. L’insegnante dal canto suo gira tra i gruppi, pensando che sui computer scolastici sia attiva la funzione che blocca preventivamente la navigazione su siti inappropriati, e invece bastano 5 minuti e il gioco è fatto: i bambini possono vedere ciò che vogliono.
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«È già successo in altre scuole. Lasciare i pc senza filtri è pericoloso e problematico – afferma all’Adnkronos il direttore generale del Moige – è necessario che tutto il sistema informatico, ancor di più ora che si parla di scuola 2.0, sia messo in sicurezza da ogni punto di vista, non solo delle strutture».
«In ogni caso – conclude – poiché questo fenomeno ci preoccupa molto, chiederemo al ministero un inventario sulle attrezzature informatiche nelle scuole per conoscere il grado di sicurezza».
«Per quanto riguarda la fornitura di postazioni informatiche nei laboratori delle scuole, il ruolo del Miur si limita al finanziamento di progetti inseriti nelle azioni del Piano Nazionale Scuola Digitale, che possono prevedere anche l’acquisto di tecnologie – spiegano all’Adnkronos dal ministero dell’Istruzione – Quanto alla scelta dei fornitori, alla successiva installazione e alla manutenzione (del software e dell’hardware) delle suddette postazioni, queste sono di competenza dei dirigenti scolastici». «Il Miur – aggiungono – è inoltre impegnato in una vasta attività di sensibilizzazione di studenti, insegnanti e genitori sui temi della lotta al bullismo e cyber bullismo e della navigazione sicura e consapevole in internet attraverso il progetto Generazioni Connesse».
I genitori, allarmati, si sono immediatamente mossi per capire bene cosa fosse successo e perché e come intervenire anche nei confronti dei bambini, in modo da gestire nel modo migliore emozioni e curiosità. Quello che è certo è che una falla nel sistema di controllo c’è stato e ci si chiede se esista un regolamento preciso da osservare nelle aule computer delle scuole. sembra chiaro però che la scuola avrebbe dovuto mettere dei parental control facendo una ‘white list’, una lista cioè di siti sui quali i bambini possono andare, perché basta anche sbagliare una sola lettera per trovarsi su un sito pornografico. La white list, soprattutto per bambini così piccoli, è fondamentale: scegli tu i siti su cui possono navigare. Anche se è incuriosito non può andare altrove senza controllo.