Carissimo Papa Francesco,
Recentemente Lei ha speso pubblicamente parole di stima e gratitudine nei confronti degli insegnanti, definendoli “eroi del nostro tempo” e sollecitando la classe dirigente a darci il giusto riconoscimento e alle famiglie di tornare a fare la loro parte, provvedendo alla loro funzione primaria e naturale dell’educazione dei figli.
Lei ha parlato di “insegnanti soli e abbandonati” e di patto educativo saltato.
Noi – docenti precari storici delle GAE – La preghiamo di esserci vicini facendo un nuovo accorato appello al Governo che intende venir meno all’impegno preso, calpestando il nostro diritto all’assunzione, acquisito con titoli, esperienza e certificato dalla legge, eliminando (anziché svuotare) le graduatorie ad esaurimento e dopo averci illuso per mesi con la promessa dell’agognata e meritata immissione in ruolo.
Siamo brave persone, onesti carbonari del sapere, istruiti, formati e spesso sfruttati. E, ora il Governo, per una mera finalità propagandistica, vuole eliminare le graduatorie anziché esaurirle con l’immissione in ruolo, commettendo un’atroce ingiustizia umana ancor prima di un gravissimo atto incostituzionale.
La preghiamo di guidare questi nostri scellerati rappresentanti del popolo, perché, evidentemente, non sanno quel che fanno. La soluzione che ci viene prospettata, quella di essere sottoposti ad un ulteriore concorso è surreale e ci sta arrecando una profonda infelicità, una lacerazione nell’anima.
Possa Nostro Signore, attraverso il suo carisma, aiutarci giacché abbiamo un disperato bisogno di trovare il nostro posto nel mondo. Un posto decisivo nella società umana quale è quello dell’insegnamento, nobile professione di aiuto per i nostri giovani e la formazione umana e culturale della future generazioni, e per il quale abbiamo speso tante energie e che ora, vediamo negarci con cinismo e crudeltà.
Grazie di cuore.