È la scuola diffeRENZIata, baby

Di solito non canticchio quasi mai per caso ma non riuscivo proprio a spiegarmi perché, alla vigilia dell’Epifania, mi venisse in mente il ritornello di “Oh well” (un bel brano scritto da Peter Green nel 1969) che dice così:
But don’t ask me what I think of you
I might not give the answer that you want me to
(Ma non chiedermi cosa penso di te
Potrei non dare la risposta che vuoi).
Poi mi sono ricordato di aver letto che il ministro dell’istruzione Maria Chiara Carrozza ha annunciato l’intenzione di voler “aprire un dibattito in tutto il paese su questo bene primario che è la scuola” per “fare insieme agli italiani la grande e giusta riforma della scuola italiana” e allora ho capito il perché del ritornello.
In che modo il Ministro vorrebbe aprire un dibattito? Sottoponendoci un questionario on-line su dieci temi.
Con quali scadenze?
Si potrà rispondere anonimamente sul sito del Ministero fino a maggio, poi a giugno loro ci penseranno e a settembre ci diranno quali indicazioni hanno recepito.
Spenderò poche righe per dire che considero questa iniziativa come una proposta di poco senso, di metodo sbagliato e di nessuna efficacia; in definitiva, pur non essendo renziano, mi permetto di considerarla un’idea da “rottamare”.
Se il Ministro usa l’espressione “aprire un dibattito” con l’intenzione di “somministrare un questionario on-line” vuol dire che esiste un grave problema di comunicazione.
Se il Ministro ha bisogno di capire come la pensiamo sui problemi principali della scuola vuol dire che finora non ha ascoltato le Associazioni, i Coordinamenti, le Assemblee, le Reti, i Sindacati, i pedagogisti, il personale della scuola e gli studenti.
Se il Ministro vuole “fare insieme agli italiani la grande e giusta riforma della scuola italiana” organizzando prima una specie di referendum sul web vuol dire che ha intenzione di dedicarsi al teatro e sta tentando di mettere in scena: “Molto rumore per nulla” di Shakespeare… purtroppo per noi, in maniera maldestra.
Vuoi vedere che questi sono già i primi effetti della democrazia diffeRENZiata proposta dal nuovo segretario del Partito Democratico: attirare l’attenzione con dichiarazioni altisonanti propinate in modo ambiguo, proporre modalità di pseudo coinvolgimento virtuale sull’esempio campestre del “grillo iracondo” e lanciare promesse talmente enormi da non poter passare inosservate.
Spero che in una delle prossime interviste, alla domanda: “Cosa intende fare per la scuola?” il Ministro non risponda renzianamente: “La scuola… quale?”
Ho avuto un incubo la notte scorsa sognando che il quesito, di un eventuale referendum sulla scuola, potrebbe essere questo:
“Volete voi che sia rottamato l’articolo 34 della Costituzione che recita:
La scuola è aperta a tutti.
L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita.
I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi,
per sostituirlo con il seguente nuovo articolo:
Tutti possono aprire una scuola.
L’istruzione gratuita, impartita per almeno otto anni, è obbligatorio che sia inferiore.
I capaci e meritevoli, se privi di mezzi, hanno anche il diritto di raggiungere i gradini più alti degli stadi”.
 
I lettori ci scrivono

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