E’ lecito che la scuola invii comunicazioni attraverso una lista di posta elettronica in cui gli indirizzi sono visibili a tutti? Si configura violazione della privacy?
La domanda ci viene posta da una nostra lettrice, infastidita dal fatto di ricevere molteplici comunicazioni con questa modalità.
La questione potrebbe essere così inquadrata.
Intanto si tratta di capire se gli indirizzi utilizzati sono istituzionali o meno.
Per esempio se i docenti sono inseriti con indirizzi del tipo
giuseppe.verdi@istruzione.it
giorgia.rossi@istruzione.it
oppure
giuseppe.verdi@liceoverga.it
giorgia.rossi@liceoverga.it
è difficile parlare di violazione delle norme sulla privacy.
Diverso è il caso se la scuola utilizza gli indirizzi personali del tipo
gigilbello@gmail.com
luisellabiondina@libero.it
In questo caso effettivamente può essere che non a tutti faccia piacere far conoscere il proprio indirizzo di posta elettronica (peraltro va osservato che, in ogni caso, si tratta di un dato personale ma non di un dato sensibile).
Più in generale risulta però difficile da capire per quale motivo gli indirizzi vengano lasciati “in chiaro”, dato che inviare una mail nascondendo gli indirizzi è operazione quanto mai semplice. La cosa è ancor più paradossale se si pensa alla quantità non disprezzabile di risorse che l’Amministrazione sta impiegando per la “scuola digitale”.
E’ davvero curioso che ci siano ancora scuole che non sono in grado di risolvere in modo semplice ed efficace problemi davvero banali come questo.
Più della possibile violazione delle norme della privacy, c’è da preoccuparsi di un altro dato: ma in che modo le scuole spendono i soldi per la “digitalizzazione”?
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