In genere si dice: è meglio non creare precedenti. E invece il precedente eccolo qua, chiaro sotto gli occhi di tutti. Ieri è stato sottoscritto all’Aran l’accordo per il piano triennale di 67000 assunzioni, 30.482 docenti precari e 36.488 ausiliari, tecnici ed amministrativi, dal 1 settembre 2011. Per i due anni successivi è prevista la copertura di tutti i posti che si renderanno disponibili e vacanti, stimabili in circa 30.000-31.000 per anno. Un accordo però sub condicione, in quanto le assunzioni presupponevano una clausola molto temibile: l’invarianza di spesa.
In sostanza i futuri inquadramenti degli assunti dal 2011 saranno strutturati per anzianità su sei fasce stipendiali invece delle sette attuali. In sostanza sarà allungata la fascia iniziale ad otto anni (0-8), unificando l’attuale prima (0-2) e seconda fascia (3-8), mantenendo, però, al compimento dell’ottavo anno di carriera a seguito della ricostruzione, lo stesso valore economico attualmente previsto. Dunque “pagano un prezzo” per poter fruire dell’immissione in ruolo su tutti i posti disponibili e vacanti, solo coloro che, a seguito di ricostruzione di carriera, dopo il superamento del periodo di prova, non potranno vantare un’anzianità compiuta di almeno otto anni.
Mentre i sindacati confederali inneggiano al risultato ottenuto, qualcuno sottolinea la logica sottesa alla tornata di assunzioni: il neo-assunto deve costare quanto il precario. In sostanza chi viene assunto quest’anno guadagnerà meno dei colleghi assunti negli anni precedenti. Ecco il commento dell’Usb scuola: “Un docente con tre anni di servizio, andrà a perdere in media 2.600 euro lordi nella scuola primaria e 5.904 nella secondaria; un collaboratore scolastico 1.450 euro, con un taglio secco dal 2 al 6% dello stipendio. Al rinnovo contrattuale, se non si saranno raggiunti gli 8 anni di servizio, ne conseguirà un taglio anche sugli aumenti percentuali e sulla pensione. Occorre poi considerare il divieto per 5 anni di trasferimento, combinato all’altissima probabilità che le assunzioni penalizzeranno il Sud”
Insomma già nella scuola si guadagnava pochino, ora, dopo il blocco degli scatti stipendiali, ci si mettono anche le assunzioni con scotto.
Forse ieri è accaduto qualcosa di grave, un precedente anomalo, quello che per garantire un sacrosanto diritto anche affermato dai tribunali (stabilizzazione) si sottraggano altri diritti con un contratto sindacale (ricostruzione di carriera). E’ l’inizio dell’annientamento del Ccnl della Scuola, una deroga al contratto nazionale e una violazione del Testo Unico della Scuola, il D.Lgs. 297 del 94, dove viene affermato il diritto al riconoscimento del pre-ruolo ai fini del calcolo dello stipendio del neo assunto? Ne nasceranno nuovi contenziosi? In un’Italia ormai dai ricorsi facili, possiamo aspettarcelo.