Tra i fondatori della Comunità di San Benedetto al Porto, il prete genovese concretizza nella sua vita la solidarietà per gli emarginati, ripercorrendo nella realtà il sostegno ai personaggi cantati dal suo amico Fabrizio De André che, come lui, condivideva la vicinanza verso ogni forma di emarginazione. Spesso ostacolato da quelle gerarchie ecclesiastiche che giudicavano le sue omelie ‘discorsi politici’ e accusato di essere ‘comunista’, don Gallo ha saputo sempre mantenere la sua autonomia intellettuale. Nato a Genova nel luglio del 1928, inizia il noviziato nel 1948 e nel 1953 chiede di partire per le mssioni e viene mandato in America Latina, dove compie studi teologici, ma è costretto a lasciare la città di San Paolo l’anno dopo a causa del regime dittatoriale brasiliano. Ritornato in Italia e terminati gli studi, viene ordinato sacerdote nel 1959. Nominato cappellano di un riformatorio, comincia a sperimentare alternativi metodi educativi, dove l’accoglienza e la fiducia rappresentano le fondamenta del suo insegnamento. Per questo, qualcuno ha fatto notare la vicinanza in qualche modo all’esperienza di don Lorenzo Milani. Lasciata la congregazione salesiana, chiede di entrare nella diocesi genovese. Di idee politiche di ‘sinistra’, don Gallo “paga” le sue coraggiose invettive contro ogni forma di ipocrisia. Resta famosa la sua omelia nel 1970 nella chiesa del Carmine, dove era stato destinato in qualità di vice parroco, quando, in occasione della scoperta di una fumeria di hashish, don Andrea Gallo incentra il suo discorso sulle varie forme di ‘droghe sociali’: prendendo spunto dal fatto, disse nella propria predica che rimanevano diffuse altre droghe, per esempio quelle del linguaggio, grazie alle quali un ragazzo può diventare “inadatto agli studi” se figlio di povera gente, oppure un bombardamento di popolazioni inermi può diventare “azione a difesa della libertà”.
Allontanato da quella parrocchia, nonostante diverse manifestazioni di solidarietà nei suoi confronti, viene accolto nella parrocchia di San Benedetto dove, assieme ad un gruppo di persone fonda la Comunità di San Benedetto al Porto. Celebri sono la sua amicizia con Fabrizio De André e le sue prese di posizione su temi scomodi come il sesso, i contraccettivi, l’omosessualità. Per i problemi del lavoro, combattivo e presente, anche da anziano, nelle piazze e nelle manifestazioni, ai presidi dei disoccupati. E poi l’impegno con le associazioni in difesa dei diritti civili. Don Luigi Ciotti, prima fondatore del “Gruppo Abele” e poi coordinatore dell’associazione “Libera”, ha detto di don Gallo, appresa la notizia della morte, che è stato “sempre con chi è in fondo alla fila”, con “parole pungenti, passione, impegno ed energia”.