Lo abbiamo conosciuto attraverso quel fortunatissimo libro sulla mitologia greca, edito proprio da Adelphi: Le nozze di Cadmo e Armonia del 1988. E ne restammo folgorati per lo stile narrativo e per il contenuto, dentro cui scoprimmo una mente eccelsa, un intellettuale raffinatissimo e coltissimo che amammo subito senza avere mai il minimo dubbio. Seguì Ka e poi fu la volta di K, sullo scrittore di lingua tedesca Kafka . Da allora lo abbiamo sempre seguito nelle sue pubblicazioni e soprattutto attraverso le proposte della casa editrice Adelphi, nata nel 1965 e diretta, costruita da Calasso a partire dal 1971 di cui era anche presidente.
È morto a 80 anni, a Milano, dopo lunga malattia, nel giorno in cui escono due suoi libri autobiografici, Memè Scianca, sulla sua infanzia a Firenze, e Bobi, il memoria di Roberto Bazlen ideatore con Luciano Foà della casa editrice Adelphi.
Si era laureato con Mario Praz, il più grande anglista che l’Italia abbia avuto, in letteratura inglese, di cui fu lettore appassionato, mentre i suoi saggi gli hanno procurato enorme prestigio a livello internazionale, insieme alla sua casa editrice.
Suo nonno materno fu Ernesto Codignola, filosofo e pedagogista fondatore della Nuova Italia di Firenze, alla cui enorme biblioteca attingeva per le sue prime letture giovanili.
Ma la straordinaria importanza di Calasso è stata anche quella di avere rilanciato nel suo catalogo autori che avevano avuto non giusto successo, come Milan Kundera o Anna Maria Ortese. Ma anche il Siddharta di Hermann Hesse ripropose, che finalmente ebbe grande fortuna in Italia.
Teorico dell’editoria, Calasso sosteneva che “la casa editrice come forma è una somma di oggetti cartacei che messi insieme possono anche essere considerati come un unico libro”. Concetto che ripeté, se non ricordiamo male, durante una intervista in Tv a Fazio a Che tempo che fa.
Per Feltrinelli, da poco, è uscito un saggio di Elena Sbrojavacca, Letteratura assoluta, che è un excursus sulle sue opere maggiori, mentre con Chiara Valerio possiamo dire che “ha pubblicato il meglio di quanto è stato scritto nel passato. Ma ha anche scritto e scelto i testi che costruiranno il nostro futuro”.
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