Molti precari della scuola, docenti e personale Ata, con contratti per supplenze saltuarie anche se in servizio fin da settembre, non hanno ancora ricevuto lo stipendio di settembre, ottobre, novembre e dicembre. Un ritardo inaccettabile che si ripete puntualmente ogni anno. Possiamo dire che è Natale, ma forse non per tutti visto il mancato pagamento degli stipendi ai precari della scuola con supplenze brevi e saltuarie.
Le supplenze brevi e saltuarie possono durare anche un anno intero e fino al termine delle lezioni. Per esempio le supplenze per le gravidanze a rischio o per allattamento, o ancora per interdizione obbligatoria, per congedi parentali o per sostituzione di docenti fragili, hanno una durata di mesi. Restare per mesi senza stipendio non è certamente una cosa gradevole, anche perché la vita ha un costo e l’inflazione ha superato il tetto dell’11% e sta per superare anche il 12%. Purtroppo sono numerosi i supplenti ma anche i neoassunti a tempo indeterminato in questo nuovo anno scolastico, 2022/23, che non hanno ancora ricevuto lo stipendio.
Quello dei mancati pagamenti ai supplenti brevi della scuola è un problema che è sempre esistito, ma che non dovrebbe esistere. Nei primi anni ’90 i supplenti restavano senza stipendio anche per 6 mesi e il problema era esteso anche ai precari con incarico annuale o fino al termine delle attività didattiche. Oggi per fortuna i supplenti con incarico da GaE, GPS e per gli ATA dalle graduatorie provinciali, vengono pagati regolarmente, il problema è concentrato dagli incarichi dalle graduatorie di Istituto per supplenze temporanee.
Sul problema sono intervenuti i sindacati, facendo rilevare che il Governo ha stanziato un incremento di 150 milioni di euro per soddisfare le esigenze dei precari brevi e saltuari. Si tratta di almeno 100 mila precari chiamati dalle graduatorie di Istituto, sempre pronti a intervenire per dare un contributo non indifferente.
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