In sostanza esiste l’idea, abbastanza diffusa, che il fondo d’istituto serva essenzialmente a saziare gli appetiti, economici e di potere, dei soliti noti, presenti in ogni comunità scolastica. Si tratta di fondi, che oscillano tra i 100mila e i 200mila euro l’anno per ogni singola scuola, e vengono utilizzati con i criteri stabiliti in contrattazione integrativa d’istituto. L’istituzione del fondo d’istituto è vista da una parte dei docenti, come un potere disgregante, che mette i docenti l’uno contro l’altro, in una corsa competitiva volta ad accaparrarsi una fetta sostanziosa del FIS. Nei discorsi tra colleghi, durante le ora buche, si sentono anche opinioni molto dure e preoccupanti, che dovrebbero allarmarci se fossero vere. C’è chi, infatti, definisce il fondo d’istituto come la fonte di tutti i mali della scuola italiana.
Bisogna dire, senza timore di quanto affermiamo, che la disponibilità di un fondo d’istituto, messa nelle mani di un Ds che si comporta in modo poco trasparente e che viene circondato da figure di rappresentanza sindacale compiacenti o inette, alimenterebbe quei fenomeni di corruzione, inefficienza, clientelismo, che rappresentano il fallimento sia sul piano educativo, etico e morale ma anche su quello programmatico dell’intera comunità scolastica. Quante volte è capitato di vedere approvati, da parte del collegio dei docenti, “progetti idioti”, finanziati con i fondi d’Istituto, totalmente inutili e addirittura causa di distrazione per lo svolgimento delle attività didattiche curricolari degli alunni?
In questi ultimi dieci anni, le forze politiche che hanno governato l’Italia sia di orientamento di centrodestra che di centrosinistra, hanno demolito e svilito i fondi pubblici per le attività didattiche curricolari, impostando una politica orientata sul risparmio e sui tagli, ma hanno sempre garantito i soldi del fondo di istituto, proteggendo l’autonomia scolastica e i poteri forti del Ds e dei suoi stretti collaboratori, senza controllare la ricaduta, in termini di crescita culturale degli studenti, prodotta dal reale utilizzo di questi fondi. Bisogna precisare che l’utilizzo sbagliato e futile di questi fondi, dicono sempre alcuni docenti, non ha prodotto risultati apprezzabili sull’apprendimento degli alunni, al contrario ha distolto gli studenti dalla concentrazione dello studio curricolare, ed ha alimentato per quanto riguarda i docenti un atteggiamento ruffiano e scorretto, tipico di ambienti che con la cultura poco hanno a che fare.
Ascoltando alcune discussioni raccolte negli ambienti scolastici, comprendiamo il motivo per cui non sale l’indignazione, tra gli addetti ai lavori, per l’ingente riduzione del fondo d’istituto, per sbloccare l’annoso problema degli scatti di anzianità. Ci piacerebbe sentire, al riguardo, l’opinione dei nostri lettori, che magari hanno una percezione diversa sull’utilizzo del fondo d’istituto.
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