Il primo atto politico del neo-ministro Baccini scatena le polemiche: il 3 dicembre il Ministro della Funzione Pubblica, in accordo con il collega Siniscalco, ha chiesto al Consiglio dei Ministri di approvare il decreto con cui si autorizza il Miur ad immettere in ruolo più di 9 mila insegnanti di religione cattolica.
Immediata la protesta di Cgil-FLC che minaccia addirittura di rivolgersi alla magistratura ordinaria ipotizzando il reato di omissione in atti d’ufficio per il mancato analogo provvedimento di immissione in ruolo destinato ai precari "normali".
In realtà la protesta di Cgil appare fuori luogo, in quanto il provvedimento a firma di Baccini riguarda di fatto l’immissione in ruolo dei docenti vincitori del concorso appena concluso ed emanato ai sensi della legge 186 del 2003: come dire che rappresenta un atto dovuto.
La decisione – semmai – potrebbe essere contestata dalla Corte dei Conti, per motivi contabili, anche se il Governo si fa forte del parere favorevole del Ministro dell’Economia che "ha sottolineato la circostanza che il provvedimento non importa spese perché si riferisce ad insegnanti già in servizio da lungo tempo".
Peraltro il provvedimento non sarebbe neppure in contraddizione con il blocco di assunzioni nella Pubblica Amministrazione.
E questo, precisa il comunicato del Governo, per svariati motivi: "Il blocco non riguarda, e non ha mai riguardato anche nel passato, il personale scolastico. Questo, infatti, è legato a parametri di rapporto tra docenti e discenti, per cui non è comprimibile con il ricorso all’efficienza e razionalizzazione come il personale impiegatizio". Inoltre questa immissione in ruolo non è altro che "la stabilizzazione di insegnanti che, comunque, avrebbero prestato servizio nella scuola, sia pure con incarico annuale, per soddisfare la richiesta di insegnamento di religione formulata dagli utenti".
Spiegazioni ritenute del tutto inadeguate da Cgil che conclude il proprio comunicato con una affermazione che non lascia dubbi: "Se queste prime ore del neo Ministro sono rappresentative delle linee guida del nuovo Dicastero, siamo facili profeti a prevedere un incremento molto consistente del conflitto".
Di diverso tenore il commento di Uil-Scuola che parla di provvedimento ingiusto che crea la lesione di un diritto: "Basta infatti che venga tolta l’idoneità da parte dell’autorità diocesana per far diventare un docente di religione cattolica insegnante di ruolo in un’altra materia coprendo un posto che dovrebbe essere assegnato ad altri che ne hanno più diritto, scavalcando graduatorie e diritti di altri colleghi".
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