La guerra diffonde barbarie e la barbarie non ha nazionalità, ma solo inciviltà e rozzezza. Sembra infatti che in molte scuole gli episodi di aggressione a ragazzi russi, e solo perché sono russi, sotto gli effetti di nazionalismi che sembravano dimenticati, si stiano susseguendo, anche se il più sconcertante sarebbe avvenuto a Brescia.
Qui un ragazzo del quinto anno di una scuola secondaria di secondo grado sarebbe stato aggredito e picchiato da alcuni suoi compagni, senza un motivo preciso, ma solo e soltanto per le sue origini russe, anche se sarebbe solo la madre originaria della Russia.
Un altro episodio analogo, scrive il Giornale di Brescia, è accaduto in una scuola elementare, tanto che le madri si stanno facendo coraggio per chiedere aiuto agli insegnanti: “Devono dire che i ragazzi non c’entrano e che nemmeno noi, che viviamo qui da anni, siamo responsabili di quello che sta accadendo. Anzi, il nostro popolo è vittima di tutto questo dolore nei confronti di un popolo fratello”.
Eppure proprio a Brescia migliaia di persone hanno manifestato contro la guerra sabato pomeriggio, significando appunto che la città tende alla pace e alla convivenza pacifica, al contrario di questa aggressione contro uno studente colpevole solo di essere figlio di una donna russa che vive in Italia e che in ogni caso non si può assimilare per nessun motivo alle colpe di chi governa la Russia.