Mentre leggo l’articolo di Luigi Martano “Apprendimenti: studenti italiani sempre più indietro, cosa ci dobbiamo aspettare dopo il Covid?” mi torna in mente una frase provocatoria ma arguta pronunciata da un collega insegnante ad un collegio docenti: “E se tornassimo a insegnare?”.
Sì, perché la crescente arretratezza cultural-scientifica dei nostri studenti è dovuta all’esiziale trasformazione della scuola da luogo di studio a luogo di non meglio definito centro di intrattenimento ludico-sociale (niente più libri, niente più voti, niente più compiti, meno che meno bocciature…).
Senza voler raggiungere i livelli di serietà e prestazioni dei paesi citati da Martano: Cina, Giappone, Hong-Kong – e io ci metterei dentro anche la Corea – tutti paesi che guarda caso sono ubicati nell’area estremo-orientale del mondo, basterebbe recuperare quel senso di responsabilità e d’impegno sia nell’apprendere sia nell’insegnare che caratterizzava il nostro sistema d’istruzione fino a qualche decennio fa.
Si eviterebbe così di sentirsi domandare da allievi delle superiori: “dove sta la R nell’alfabeto, prima o dopo la S?” oppure: “cosa vuol dire la parola “meschino”? e simili amenità.
Daniele Orla
In una nota, il ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, riferendosi al caso di accoltellamento…
In Sicilia su 1.439 scuole primarie (quelle che erano chiamate elementari) solo 299 sono dotate…
Importante incontro sulla mobilità 2025-2028, quello previsto per il prossimo mercoledì 6 novembre al Ministero…
Il 29 maggio 2024, il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha emanato i decreti n.…
La Legge di bilancio 2025 approvata dal Governo contiene disposizioni apprezzabili, come l’innalzamento della soglia…
Si discute molto di educazione alla pace, ma nelle ultime settimane la cronaca ha fatto…