Non si placano le polemiche scatenate dalla decisione dei sindacati confederali e dello Snals di proclamare uno sciopero dei dirigenti scolastici nel caso in cui il Governo non autorizzi l’Aran a riaprire la trattativa contrattuale entro il 30 settembre.
Spiazzati (ma forse anche provocati) dall’annuncio, i vertici dell’Associazione nazionale presidi avevano immediatamente replicato accusando Confederali e Snals di scarsa credibilità.
Nella giornata del 24 è arrivata la presa di posizione (peraltro non unitaria) di Cgil, Cisl,Uil e Snals.
Tutta la questione ruota intorno alle risorse finanziarie disponibili: il Governo precedente aveva messo sul piatto della trattativa 240 miliardi, poi nei mesi scorsi si era parlato di altri 168 miliardi reperiti sui fondi di riserva del Ministero dell’istruzione; ufficialmente però il Governo non ha mai fatto cifre e ancora meno le fa ora, in un momento in cui tutti i Ministri stanno lavorando per "raschiare il fondo del barile" alla ricerca di soldi per coprire i costi indotti dalla difficile situazione internazionale.
Durissime comunque le espressioni alle quali fanno ricorso Confederali e Snals per ribattere all’Anp.
Lo Snals accusa l’Anp di essere ormai "tutta assorbita nell’autocelebrazione";la Cgil Scuola sostiene addirittura che – sulla vicenda delle nomine dei supplenti -l’Anp avrebbe mandato allo sbaraglio i capi di Istituto fornendo "indicazioni di violare le Leggi dello Stato e di introdurre criteri di nomina che avrebbero scardinato l’obiettività delle assunzioni per graduatoria".
Non meno pesanti sono le dichiarazioni di Cisl Scuola che contrattacca senza mezzi termini: "L’eccessivo "affanno" nel giudicare , stigmatizzare, banalizzare le iniziative degli "altri", costituisce non di rado un alibi assolutorio alla propria inerzia o alla propria incapacità propositiva".
Intanto l’Anp fa sapere di aver scritto ai Ministri più direttamente coinvolti nella vicenda (Istruzione, Tesoro e Funzione pubblica) per chiedere che gli impegni assunti in campagna elettorale vengano mantenuti.
Ma ormai l’attenzione di tutti si sta spostando sulla legge finanziaria, che il Governo deve presentare entro la fine di settembre.
Già si sa che le risorse per i docenti saranno modeste (si parla di 600 miliardi, pari a 50mila lire al mese pro capite); per questo motivo i sindacati scuola potrebbero avere serie difficoltà a "pretendere" per i capi di istituto un milione e mezzo di aumento.