Categorie: Attualità

E’ terribile quando a scuola ti urlano frocio

Quante volte la scuola è stata teatro di tristi episodi di omofobia da parte di alunni e, cosa ancor più grave, di docenti? Eppure ci sono giovani studenti che, malgrado le naturali paure, riescono a vincere la tendenza a nascondersi e lottano per un’inclusione davvero democratica.
E’ il caso di un ragazzo liceale del catanese che ha scritto una sincera lettera alle Sentinelle in piedi, un’associazione di giovani cattolici che spontaneamente e silenziosamente presenziano contro la legislazione omosessualista e che  lo scorso 23 maggio si è riunito a piazza Nettuno per manifestare in silenzio in difesa della famiglia tradizionale.  
E ha scritto proprio chiamato in causa  da una sentinella, che nel suo resoconto lo ha definito «un simpatico giovanotto con i calzoncini corti di jeans… corti, forse un po’ troppo corti». Accanto a due ragazze che «parlano e si tengono per mano, forse un po’ troppo intimamente».
Nella sua intervista a Meridionews Isidoro, attivista e responsabile del gruppo giovanile di Arcigay Catania, commenta la sua lettera, affermando di  avere 17 anni e di aver fatto coming out cinque anni fa. Ne aveva 12 quando, a Giarre, ha avuto il coraggio di dire di essere gay. Ed è proprio la scuola, dopo la famiglia, il primo contesto sociale dove sorgono le amare difficoltà: «C’è un momento della vita di tutti in cui l’unica cosa che vogliamo è essere accettati. Ed è in quel momento che a scuola ti urlano “Frocio” e ti dicono “Gay” quando vogliono insultarti. È difficile. I ragazzi si comportano così tutt’ora. Ci siamo passati tutti. E per gli etero è un’onta». 
Isidoro è stato certo fortunato perché la sua famiglia non l’ha mai messo alla porta. «Da questo punto di vista, sono stato un privilegiato – continua Isidoro – I miei non mi hanno mai fatto mancare i libri. È stata la lettura a spiegarmi che non ero un diverso. Ma per tanti miei coetanei non è stata la stessa cosa».
«È un dolore continuo, che a un bambino può e deve essere evitato»
, prosegue il giovane. 
«Soffrire tanto, da più piccolo, mi è servito certamente per essere più forte adesso. Ma a che prezzo? Ho cercato di trasformare il mio passato nella motivazione per combattere oggi. Affinché nessuno debba avere timore di dire chi è davvero».
Ed è anche questo il motivo per il quale, nonostante Arcigay avesse deciso di boicottare la manifestazione delle Sentinelle, lui c’è andato lo stesso: «Ero lì a titolo personale. Armato di un sorriso e di una bandiera arcobaleno. Chiedendo ai manifestanti, per i quali io sono un diverso, di venire a parlare con me».
A lui non s’è avvicinato nessuno.
Grazie all’audacia di giovani intrepidi, però, secondo il 17enne Isidoro le cose stanno cambiando: «La prima unione civile a Catania è un bel segnale – afferma – La città si è dimostrata aperta e io ne sono felice. Anche nella mia scuola c’è un’aria diversa».
E conclude: «Tra i corridoi del mio liceo si vedono già coppie etero e coppie gay camminare tranquillamente nei corridoi. E questo mi dà speranza».
Il coraggio di alcuni, come Isidoro, apre le strade ad altri. Così si procede verso una società più civile, dove le discriminazioni saranno, speriamo, un lontano e brutto ricordo.

Silvana La Porta

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