Le mamme e i papà dell’istituto comprensivo “Duse” di Bari, secondo il progetto della scuola, potranno collegarsi per trenta secondi al giorno con una webcam piazzata in aula per vedere il proprio piccolo.
Il dirigente, scrive Il Fatto Quotidiano, ha già inviato la richiesta del parere al Garante per la privacy che dovrebbe esprimersi al più presto.
“La scuola non ha nulla da nascondere – dice il preside – Abbiamo docenti qualificati e preparati che sono pronti a mettersi in gioco ogni giorno. L’idea di offrire la possibilità di collegarsi alla scuola con lo smartphone per trenta secondi non va ad inficiare alcuna libertà d’insegnamento. Il tutto verrà fatto previa autorizzazione dei docenti e dei genitori”.
La proposta del dirigente finora è stata ben accolta sia dagli insegnanti e sia dalle famiglie. “Spesso – spiega il dirigente – ci arrivano bambini che hanno due anni e mezzo: a quell’età il distacco è doloroso per qualsiasi genitore. Con questa iniziativa vogliamo combattere i timori, le preoccupazioni. Non si tratta di un controllo ma di un atto di fiducia, il nostro obiettivo è mostrare che offriamo un servizio d’eccellenza”.
“Si tratta in tutto di dieci minuti al giorno se teniamo in considerazione che i genitori sono venti. Farò una sezione sperimentale: il nostro timore è vedere se i genitori sono maturi. La scuola lo è, ma spesso mamme e papà hanno un’ansia quasi patologica”.
La rivoluzione 2.0 del dirigente del “Duse” include anche un altro progetto che prevede un meccanismo per rilevare le impronti digitali all’ingresso della scuola.
L’obiettivo è risolvere i problemi dei ritardi alla secondaria di primo grado. “In questo caso – spiega il dirigente – si tratta di un’impronta topografica della mano che verrà azionata solo dalle 8,10, dal momento in cui si va a registrare il ritardatario. Immediatamente arriverà l’sms ai genitori. Abbiamo pensato a questo sistema per comunicare in tempo reale con mamme e papà. Non è nulla di terrorizzante ma vogliamo creare sempre più collaborazione con i genitori”.
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