La psicosi e i falsi allarmi sul virus dell’ebola rischiano di espandersi a macchia d’olio. Per evitarlo, i medici di famiglia hanno deciso di recarsi nelle scuole: per fornire informazioni corrette, prevendendo i tam tam negativi spesso privi di totale fondamento, ma anche per insegnare a gestire eventuali casi di contagio da virus.
L’iniziativa è stata lanciata dalla Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg), anche per far fronte alla carenza di informazioni che si registra in molte Asl e, di conseguenza, tra i cittadini.
“Molte aziende sanitarie sono in ritardo nel formare i medici, definire le procedure organizzative da utilizzare in caso di contagio, nella divulgazione dei protocolli ministeriali e nella distribuzione dei dispositivi di sicurezza, come tute, mascherine, guanti”, spiega Tommasa Maio, responsabile del progetto per la Fimmg. Da qui la necessità di provvedere a colmare le lacune con una serie di iniziative espressamente dedicate al ‘primo anello di comunicazione’ tra il cittadino e il Servizio Sanitario Nazionale.
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Il primo seminario di formazione, che si è tenuto il 21 novembre, in occasione del III Congresso nazionale della Corte di giustizia popolare per il diritto alla salute in corso a Rimini, spiega Giacomo Milillo, segretario Fimmg, “ha visto il tutto esaurito, a dimostrazione del fatto che i medici hanno bisogno di maggiori informazioni sul tema. Seguiranno un corso di formazione a distanza gratuito e disponibile anche per i non iscritti alla Fimmg, un vademecum elettronico scaricabile da internet e poster da affiggere negli studi dei medici di famiglia”.
Tutte informazioni che devono necessariamente essere trasmesse alla cittadinanza. A partire da quella che popola le nostre scuole.
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