Categorie: Attualità

Ecco 5 motivi per studiare il latino a scuola

Nella grande polemica che riguarda la lingua italiana, poco conosciuta dagli studenti italiani secondo diversi prof, spunta però la difesa dello studio del latino.

Come abbiamo scritto anche in precedenza, sono diversi i personaggi del mondo delle istituzioni e della cultura a chiedere che non venga abbandonato lo studio di latino (e greco) a scuola. Addirittura, il cantautore Roberto Vecchioni, che di professioni fa pure l’insegnante, ha detto: studiare latino e greco? È rock!

Ma quali sono i benefici che gli studenti possono avere studiando la lingua morta più famosa nel mondo?

Sul sito Libreriamo.it c’è un elenco di 5 motivi:

Aiuta a comprendere la realtà

La conoscenza del Latino permette di apprezzare maggiormente molti aspetti della realtà. Ma quali? Solo lo studio e l’esperienza possono testimoniarlo a ciascuno. Però, bisogna avere il coraggio di far fatica, di impiegare tempo (come per la volpe del Piccolo principe), anche quando non se ne comprendono appieno le ragioni. Bisogna avere il coraggio di spendere del tempo per imparare bene la disciplina.

Sviluppa la logica

Lo studio di una lingua antica e morta insegna a ragionare e sviluppa la logica. Chiaro che la motivazione non regge e i ragazzi comprendono l’inadeguatezza della risposta. Perché non imparare a ragionare con altri metodi meno faticosi e più allettanti?

Aiuta a conoscere le proprie radici

In primo luogo, l’esperienza insegna che il Latino spalanca la comprensione del presente come epoca che è figlia di un passato. La nostra tradizione occidentale ha le sue radici nella cultura greca, in quella romana e in quella cristiana. Il ragionamento, la filosofia, il gusto della bellezza, etc. sono in gran parte eredità lasciataci dai Greci, il diritto, il senso dell’unità dello Stato, etc. provengono dai Romani, l’avvenimento cristiano ha, poi, introdotto una nuova concezione della persona, della civiltà, della società, etc.
Quindi, studiare la civiltà, la letteratura e la lingua latine significa conoscere le proprie radici, è un po’ come conoscere meglio un proprio genitore. Permette di cogliere ciò che accomuna l’uomo di oggi all’uomo antico e, nel contempo, introduce alla comprensione del cambiamento avvenuto nei secoli.

Illumina il linguaggio e le parole

La lingua e la parola raccontano la storia di una civiltà, dell’evoluzione umana, della cultura di un popolo. Vorrei qui addurre un solo esempio. Pensiamo al vocabolo «cultura». Il fascino di una parola risiede nel fatto che essa descrive una storia, racconta una parte dell’avventura umana. Il verbo latinocolo, che è alla base della parola «cultura», sottolinea e descrive il passaggio dell’uomo dalla condizione nomade a quella sedentaria. Il verbo significa «coltivare», «abitare», «venerare». Un popolo che diventa sedentario ha imparato a coltivare la terra, la abita e venera le divinità del luogo. Nel termine «cultura» risiede questo radicamento nelle proprie origini e nella propria terra, senza il quale non è possibile crescere e dare frutti. Da questo radicamento scaturisce la possibilità di trarre linfa vitale, ovvero la possibilità di germogliare, di crescere nel fusto e di dare frutti buoni. Capiamo allora che la cultura non ha a che fare con la conoscenza di tante componenti della realtà, ma deriva da un passato (il terreno in cui siamo cresciuti, la tradizione) e si apre ad una domanda sul presente e sul futuro.

Permette di conoscere i grandi autori del passato

La lettura delle grandi opere della letteratura latina, di Virgilio, di Orazio, di Seneca, di Cicerone (per citare solo qualche nome illustre) permette di incontrare i «grandi del passato», di confrontarci con loro (come scrive Machiavelli nella lettera a Francesco Vettori del 10 dicembre 1513), di scoprire il loro pensiero, i loro vertici artistici.

A questo elenco abbastanza esaustivo, possiamo aggiungere anche un’altra ragione per studiare il latino a scuola, ovvero quello di arricchire il bagaglio linguistico degli studenti e far comprendere loro che l’inglese, oggi lingua internazionale, ha in realtà preso il posto del latino, dato e considerato che in epoca antica ma soprattutto medievale, il latino, anche se la lingua dei più colti, era la lingua più utilizzata nel vecchio continente, che ha “dato la vita” alle lingue neoromanze come italiano, francese, spagnolo, ecc…

 

{loadposition carta-docente}

 

{loadposition facebook}

Fabrizio De Angelis

Articoli recenti

Christian Raimo si difende, il suo legale spiega che le critiche non erano rivolte al Ministro ma al suo pensiero; il prof romano farà ricorso al Giudice del Lavoro

Prosegue, con qualche novità, la vicenda del professor Christian Raimo, l’insegnante romano sospeso per tre…

15/11/2024

Sostegno: classi di concorso fittizie che rendono più difficile il passaggio su materia

Salve, sono un docente di sostegno, di ruolo nella scuola secondaria e desidero far conoscere…

15/11/2024

Docenti idonei e precari con 36 mesi svolti, nuove regole per assumerli e indennità in arrivo? Pacifico (Anief): è ora di cambiare – INTERVISTA

Pubblicare le graduatorie dei candidati docenti risultati idonei ai concorsi, ammetterli a frequentare il corso…

15/11/2024

Codice di comportamento dei dipendenti pubblici, il prof non può accettare regali o altre utilità dai genitori degli studenti

A volte capita, soprattutto per le festività natalizie, ma anche per altre particolari ricorrenze, che…

15/11/2024

Autonomia differenziata: per la Consulta la legge ha bisogno di diverse modifiche, ma il Governo esulta perchè la Corte non parla di incostituzionalità totale

La Corte costituzionale si è espressa sulla questione di legittimità costituzionale della legge n. 86…

15/11/2024